Anno della Misericordia
A traversare la Porta Santa a san Pietro, durante il Giubileo dei Ragazzi (22-25 aprile), ci saranno anche 127 adolescenti provenienti dal Belgio, paese recentemente toccato da devastanti stragi terroristiche che hanno mietuto decine di vittime. Trenta di questi ragazzi sono di Molenbeek, la zona di Bruxelles passata alla cronaca come la culla dei jihadisti. Sfideranno la paura – anche quella di volare – per ascoltare Papa Francesco, per condividere un’esperienza di fede con altri 70 mila loro coetanei e tornare a casa con un mandato di “ambasciatori di pace e di amicizia”. Stretti alla loro bandiera, diranno con le parole di Francesco, che “non possiamo cedere all’odio e al terrore”.
Ci saranno anche trenta ragazzi del distretto bruxellese di Molenbeek, tra i 127 adolescenti del Belgio partecipanti al Giubileo dei Ragazzi che si svolgerà a Roma dal 22 al 25 aprile sul tema “Crescere misericordiosi come il Padre”. Una presenza significativa e desiderata al punto di “superare la paura dell’aereo. Per molti di questi adolescenti quello per Roma sarà, infatti, il primo volo. Nessuno di loro – dice la responsabile e accompagnatrice del gruppo, suor Claire Jonard – ha mostrato preoccupazione per il rischio attentati che pure hanno vissuto direttamente dopo le stragi di Bruxelles” e le successive notizie che hanno fatto passare Molenbeek, zona ad alta densità di immigrati islamici, come la culla dei jihadisti.
“Hanno sfidato la paura e verranno a Roma come artigiani e ambasciatori di pace”.
Avvolti nella bandiera belga. “Abbiamo preso la decisione di partecipare al Giubileo dopo aver letto l’invito del Papa” racconta la religiosa ricordando il messaggio di Papa Francesco per il Giubileo della Misericordia dei ragazzi e delle ragazze. “Vi vorrei chiamare uno a uno – scrive il Pontefice nel messaggio – vi vorrei chiamare per nome, come fa Gesù ogni giorno… Crescere misericordiosi significa imparare a essere coraggiosi nell’amore concreto e disinteressato, significa diventare grandi tanto nel fisico, quanto nell’intimo. Voi vi state preparando a diventare dei cristiani capaci di scelte e gesti coraggiosi, in grado di costruire ogni giorno, anche nelle piccole cose, un mondo di pace”. Parole che hanno fatto breccia nel cuore dei ragazzi belgi “nonostante – riconosce suor Jonard – sia difficile per loro vivere e testimoniare la fede in una società secolarizzata come quella del nostro Paese. Abbiamo cominciato a formare nelle parrocchie piccoli gruppi di tre quattro adolescenti. Un gruppo consistente di ragazzi, sono trenta, arrivano proprio dalla parrocchia del quartiere di Molenbeek, di cui si è molto parlato nei giornali e nelle tv in occasione degli attacchi a Bruxelles. Sono molto felici di partecipare al Giubileo.
Sono loro – rimarca la religiosa – che ogni giorno vivono sul terreno tutte le difficoltà del dialogo e della convivenza ma anche i frutti di bellezza che ne scaturiscono. Saremo in piazza san Pietro tutti insieme avvolti nella bandiera belga.
Per noi è un onore ascoltare il Papa. Sentiamo forte l’impegno di testimoniare ai ragazzi di tutto il mondo ciò che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Sono i ragazzi i veri costruttori di pace del futuro”.
Con un mandato di ambasciatori di pace. Un pellegrinaggio breve, “arriveremo venerdì e ripartiremo domenica”, ma denso di impegni: “seguiremo – spiega la suora – tutto il programma dell’evento al quale ci siamo preparati con impegno anche perché la gran parte dei ragazzi del gruppo si sta preparando alla Cresima. La preghiera che ci sta accompagnando in questi giorni è che i nostri ragazzi possano tornare a casa rafforzati nella fede da un’esperienza di Chiesa come il Giubileo. Niente per loro conta di più dell’amicizia e della fiducia. L’incontro con Cristo possa renderli suoi testimoni nelle scuole, nei gruppi, nelle famiglie. L’amicizia con Gesù li aiuti a costruire relazioni forti con i loro coetanei. È – sottolinea suor Jonard – il primo incontro giubilare di un Papa con gli adolescenti. Si tratta di un’età difficile in cui si pongono domande e si chiedono risposte. Un tempo, per citare ancora il Pontefice, di cambiamenti, in cui tutto sembra possibile e impossibile nello stesso tempo. Potranno testimoniare la loro fede con più forza e coscienza. Partiamo dal Belgio con la consapevolezza che non bisogna cedere alle parole di odio e di terrore che sempre più spesso si sentono in giro. Il Giubileo chiama tutti, anche i più giovani, alla misericordia e al perdono.
Vogliamo tornare da Roma, dopo aver sfidato la paura, con un mandato di ambasciatori di pace e di amicizia per il Belgio e per l’Europa”.