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“Beati Voi” e Laudato si’. Sortino (Tv2000): “Il cristianesimo è la chiave per cambiare il paradigma sull’ambiente”

Dal 27 aprile all’8 giugno, andrà in onda ogni mercoledì su Tv2000 il nuovo programma di Alessandro Sortino: “Beati Voi/Laudato si’”. Si parlerà di ambiente e cura del Creato a partire dall’enciclica di Papa Francesco: “La crescita economica incontrollata e le dinamiche finanziarie – spiega il direttore creativo dell’emittente televisiva – sono ormai in discussione. Quando la democrazia fatica a garantire i diritti sociali che promette e il populismo diventa affascinante, allora i paradigmi su cui fondiamo la nostra civiltà devono essere messi in discussione”. La trasmissione, sottolinea Sortino, “non sarà sull’ambiente ma sull’uomo”

“Nella religione non ci sono tutte le risposte, ma il metodo per trovarle. La religione non indica la soluzione al riscaldamento globale, ma ricorda che se si vive fregandosene degli altri e delle conseguenze delle proprie azioni saranno tutti a pagarne il prezzo”. È una nuova sfida televisiva quella accettata da Alessandro Sortino, direttore creativo di Tv2000: portare sul piccolo schermo l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco per parlare di ambiente e cura del Creato. Dal 27 aprile all’8 giugno, ogni mercoledì alle 21.15, andrà in onda su Tv2000 “Beati Voi/Laudato si’”.

Perché una trasmissione sulla Laudato si’?
Ho letto l’enciclica e mi ha colpito talmente tanto che ho pensato di farne un programma. La struttura aperta che la caratterizza mi esalta.

Di ambiente si è sempre occupato nella sua carriera giornalistica…
Ho sempre difeso la possibilità di una crescita economica, che però tenga conto dei costi ambientali. Non sono per nutrirci di radici, ma non si può nemmeno produrre la benzina senza pensare alle persone che muoiono e alle attività economiche che ne subiscono un danno. Bisognerebbe far pagare la benzina un prezzo giusto, che tenga conto anche della salute. Ho visto con i miei occhi, a Taranto e in tanti altri luoghi, che le attività industriali non portano soltanto ricchezza ma producono anche effetti economici negativi. Dobbiamo imparare a guardare la realtà.

Che contributo può dare la fede?
Chi pensa che nella religione ci siano tutte le risposte è pazzo, e finisce per bruciare l’eretico. Ma è altrettanto pazzo chi pensa di poter fare a meno della ricerca della verità.

L’enciclica di Papa Francesco ha il merito di permettere l’incontro tra una domanda e una risposta. È il cristianesimo che si occupa dell’uomo.

Ma i cattolici sono interessati a questi argomenti?
Da un lato abbiamo l’impressione che la natura non ce la faccia più, con la conseguenza di produrre anche atteggiamenti nichilistici. Dall’altro assistiamo alla fine del paradigma rappresentato finora dal mondo occidentale. Ci siamo illusi che ci potesse essere una combinazione perfetta tra un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’uomo e il cristianesimo. Una certa parte del mondo cattolico è terrorizzata dalla perdita di questo paradigma, perché pensa che in esso consista il cristianesimo. In realtà,

il cristianesimo si è sviluppato nel luogo più contradditorio e ostile: la civiltà occidentale.

Tutto è fondato sulla contraddizione: il Dio che si fa uomo, il bene e il male che si fronteggiano. Il paradosso è che il disastro dell’umanità si è sviluppato proprio qui. E il veleno è dove c’è l’antidoto.

È stato firmato da pochi giorni l’accordo di Parigi sul clima. C’è ancora tempo per cambiare la rotta?
La crescita economica incontrollata e le dinamiche finanziarie sono ormai in discussione. Se allarghiamo lo sguardo e ci spostiamo verso le periferie, dove ad esempio esiste una relazione diversa con la natura rispetto a chi si reca al supermercato per acquistare una verdura, si può restare sconcertati. Quando la democrazia fatica a garantire i diritti sociali che promette e il populismo diventa affascinante, allora i paradigmi su cui fondiamo la nostra civiltà devono essere messi in discussione.

Il cristianesimo è la soluzione: non è il paradigma occidentale, ma la chiave per cambiarlo.

Perché si fatica tanto a coinvolgere le persone su questi temi?
È la paura che occuparsi del Creato faccia venire meno la centralità dell’uomo, quando in realtà è la centralità dell’uomo che ci impone di farlo. Siamo custodi del Creato: di diritto per un cristiano, di fatto per un non credente.

La trasmissione si occuperà soltanto di ambiente?
Non parleremo solo degli animali in estinzione o delle fabbriche che chiudono. Tra le altre cose, ci occuperemo dei sacramenti e del rapporto con il cibo. Sono previsti, inoltre, momenti di confronto tra una visione evoluzionista e una creazionista: in che senso siamo creati, in un mondo che si evolve? Non possiamo continuare a pensare che non esista la fisica quantistica o non ci siano mai stati Galileo e Darwin. Non è una trasmissione sull’ambiente, ma sull’uomo.

Lei ha lavorato in Rai, su La7 e ha ottenuto un grande successo con “Le Iene”. Da due anni è approdato a Tv2000…
Lavoro nel posto meno dogmatico in cui sia mai stato, mentre tutti mi trattano come uno che accetta imposizioni. Non ho avuto limiti a differenza di prima, quando per decidere qualcosa c’erano mille ostacoli. È incredibile che questo accada nel mondo dei vescovi. C’è una libertà assoluta di porre domande con il solo fine di cercare l’uomo. È bello incontrare persone che darebbero la vita per la fede, ma la pensano in maniera diversa. La Chiesa è un luogo aperto all’incontro.