Verso le elezioni comunali

“Sai chi voti”, la campagna per i candidati sindaco più trasparenti

Una mobilitazione della società civile attraverso una piattaforma digitale per informare gli elettori e permettere loro di votare in modo consapevole. E’ in dirittura d’arrivo la campagna “Sai chi voti”, aperta ai candidati sindaco dei 30 Comuni più popolosi al voto del prossimo 5 giugno, invitati a dare prova di trasparenza pubblicando sul sito dell’iniziativa il proprio currriculum, status giudiziario, eventuali conflitti d’interesse e un impegno anticorruzione  

Sono quasi 13,5 milioni gli italiani chiamati domenica al voto per le elezioni amministrative. Si voterà in 1.368 Comuni, di cui sette capoluoghi di regione. Intanto prende corpo ancora una volta il fantasma dell’astensionismo e il Censis rende noto che

nel giro di tre tornate comunali a Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste sono fuggiti dalle urne 1.138.000 elettori.

Indifferenza, disillusione, rabbia? Sicuramente un malessere profondo che probabilmente spingerà molti a disertare i seggi o forse ad andarci senza indicare alcun candidato. A remare contro è in molti casi anche la povertà delle candidature e la genericità dei programmi. Un gioco al ribasso aggravato da liti, scandali, scarsa trasparenza e corruzione della politica.

Candidati, questi perfetti sconosciuti. Non è però auspicabile recarsi alle urne senza tentare di conoscere le persone cui si affideranno i destini del proprio Comune. Per sensibilizzare gli elettori sull’importanza di verificarne percorso professionale e idoneità, e per chiedere ai candidati sindaco dei 30 Comuni più popolosi al voto trasparenza personale e impegno contro la corruzione, è ormai in dirittura d’arrivo la campagna Sai chi voti di Riparte il futuro – comunità digitale apartitica di oltre 1 milione di persone – sostenuta anche da altre sigle tra le quali Transparency International Italia, ActionAid, Cittadinanzattiva. “Evita voti al buio. Vota solo se sai chi voti” lo slogan dell’iniziativa. “La criminalità organizzata e la corruzione aggrediscono senza tregua le nostre città – spiega Federico Anghelé di “Riparte il futuro” – gli elettori hanno bisogno di strumenti per reagire.

Dobbiamo sapere tutto dei nostri futuri amministratori: chi sono, cosa hanno fatto, se hanno condanne o scheletri nell’armadio, e cosa intendono fare per contrastare criminalità e corruzione sul proprio territorio”.
Che cosa chiede in concreto la campagna ai candidati? Di rispettare i quattro indici di trasparenza proposti pubblicando sul sito il proprio curriculum vitae, la propria situazione giudiziaria, dichiarando eventuali conflitti di interesse e impegnandosi a introdurre, qualora eletti, il meccanismo delle audizioni pubbliche per tutte le nomine ai vertici in enti, consorzi o società che spettano al Comune, entro i primi 100 giorni di amministrazione mediante una modifica del Regolamento comunale. Il sito, aggiornato in tempo reale, rende visibili i “profili” condivisi dai candidati (consultabili alla voce “Tutti i Comuni”).

Commissariata dopo il mix esplosivo di malaffare e criminalità che ha travolto il Campidoglio e dove le indagini stanno rivelando una corruzione sistemica,

Roma è il primo Comune a registrare un’adesione completa alla campagna,

informano i promotori parlando di “grande segnale di trasparenza”. Infatti, dei dodici candidati in lizza per il Campidoglio, i cinque “principali” – Stefano Fassina (Sinistra italiana), Roberto Giachetti (Partito democratico), Alfio Marchini (Lista Marchini), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale) e Virginia Raggi (Movimento 5 stelle) Alfio Marchini (Lista Marchini) non solo hanno risposto all’appello ma, a differenza di candidati di altri importanti capoluoghi, hanno aderito in modo compatto all’impegno delle audizioni pubbliche.

Nel dettaglio, Stefano Fassina promette trasparenza amministrativa e lotta alla corruzione impegnandosi a promuovere un confronto sistematico con le associazioni di volontariato, di categoria e sindacali perché la “partecipazione dei cittadini al governo della città e al controllo degli atti amministrativi e della qualità dei servizi” è “la migliore arma per prevenire e combattere fenomeni corruttivi”. Roberto Giachetti assicura liste pulite, certificato carichi pendenti e casellario giudiziario per ogni candidato, vaglio delle liste da parte dell’antimafia, amministrazione trasparente, open data. Per Alfio Marchini occorre dire stop al massimo ribasso come criterio di aggiudicazione delle gare di appalto. Di qui la proposta del criterio della “media mediata con il taglio delle ali” che identifica in maniera automatica l’offerta vincente eliminando quelle tendenti all’eccessivo ribasso, oltre all’impegno a pubblicare sul sito del Comune l’attività amministrativa e lo stato di avanzamento delle opere pubbliche. Appalti trasparenti, tempi certi e pagamenti puntuali sono le indicazioni di Alessia Meloni perché la corruzione “si contrasta anche rendendo più facili le procedure, garantendo trasparenza, tracciabilità delle pratiche, certezza dei tempi, e limitando il potere di discrezionalità degli uffici”. E ancora, l’impegno a chiedere al presidente dell’Autorità anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, di indicare il responsabile dell’anticorruzione in Campidoglio. Protocollo di collaborazione con Anac per rafforzare il controllo su appalti, enti pubblici e municipalizzate; bilancio Comune trasparente; anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati della Pubblica amministrazione la “ricetta” di Virginia Raggi.

Dopo il crollo dell’affluenza alle urne nella capitale – dal 79,4% alle comunali del 2001 al 52,8% degli aventi diritto nel 2013 (-26,6%) – gli ultimi sondaggi indicano che la quota degli elettori indecisi se andare o meno a votare sfiora il 50%.
C’è da sperare in un sussulto civico per scongiurare il rischio di un nuovo Campidoglio “legittimato”, di fatto, solo a metà.