Rapporto annuale
Numeri impressionanti che non riguardano solo gli interventi sulla popolazione straniera, ma anche i tanti italiani che la crisi economica sta spingendo sotto la soglia della povertà. Una percentuale che nel Rapporto dell’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni del 2011 era al 20 per cento e ora, dopo cinque anni di crisi, è arrivata al 25 per cento
Ci sono le stazioni ferroviarie prese d’assalto dai turisti per le vacanze estive, dove ogni giorno salgono e scendono dai treni milioni di viaggiatori. E poi, all’interno di quelle stesse stazioni, ci sono angoli invisibili dove migliaia di persone si presentano in cerca di un aiuto. In Italia, dal 2014 a oggi, sono arrivati passando per le stazioni oltre 380mila profughi: famiglie, donne e bambini non accompagnati che hanno trovato accoglienza nella rete messa in campo da Ferrovie dello Stato. È quanto emerge dal rapporto annuale a cura dell’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni (Onds) presentato a Roma. Il Rapporto traduce in numeri e statistiche tutte le attività sociali svolte nei 15 Help Center presenti all’interno delle stazioni ferroviarie e sparsi sul territorio nazionale. Numeri impressionanti che non riguardano solo gli interventi sulla popolazione straniera, ma anche i tanti italiani che la crisi economica sta spingendo sotto la soglia della povertà. Una percentuale che nel Rapporto Onds del 2011 era al 20 per cento e ora, dopo cinque anni di crisi, è arrivata al 25 per cento.
Numeri. “La povertà di cui parliamo non è certo esemplificativa della povertà del nostro Paese, ma certamente ne rappresenta uno spaccato – afferma il direttore di Onds, Alessandro Radicchi -. Rappresenta un momento nella vita di molte persone, circa 22mila, che nel 2015 si sono rivolte ai nostri centri nelle stazioni e hanno accettato di farsi conoscere, di farsi aiutare. Senza contare coloro che, per oltre 430mila interventi di bassa soglia, non hanno voluto neanche lasciare il proprio nome, chiedendo comunque un aiuto”.
Nel complesso, sono state 21.292 le persone senza fissa dimora che si sono rivolte agli Help Center nel 2015, un numero che rappresenta il 40 per cento della popolazione senza dimora censita dall’Istat.
Di questi, 9.135 sono “nuovi”, nel senso che non sono mai passati prima per uno sportello di stazione.
Help Center. Ma che cosa sono, nello specifico, gli Help Center? Questi centri, in sostanza, rappresentano il primo grande progetto di solidarietà realizzato in collaborazione con gli Enti locali e il Terzo Settore per affrontare i fenomeni di disagio sociale presenti nelle stazioni. Si tratta di sportelli di ascolto che orientano le persone in difficoltà verso i servizi sociali della città (centri di accoglienza, comunità terapeutiche, associazioni specializzate) per elaborare percorsi di recupero e di reinserimento sociale. I primi due centri sono stati istituiti nelle stazioni di Roma Termini e Milano Centrale, ma presto si sono aggiunti quelli di Bologna, Chivasso, Torino, Genova, Trieste, Firenze, Pescara, Napoli, Foggia, Melfi, Reggio Calabria, Messina, Bari e Catania. In totale, gli Help Center italiani occupano circa 15mila metri quadrati di spazio all’interno delle stazioni, lasciati a disposizione in comodato d’uso gratuito da Ferrovie dello Stato ai Comuni e alle associazioni. “Da noi arrivano per la maggior parte gli uomini di età compresa tra i 30 e i 49 anni – prosegue Radicchi -, ma
tra i nuovi utenti aumenta anche il numero di donne, immigrati e giovani.
In un giorno, i nostri operatori realizzano 1.200 interventi, distribuendo viveri o garantendo l’accesso ai servizi di prima necessità come la cura dell’igiene personale o un pasto caldo”.
Italiani e stranieri. Nel dettaglio, i dati sulla provenienza mostrano una netta prevalenza di stranieri, che corrispondono al 70 per cento del totale, con una diminuzione di circa quattro punti percentuali rispetto al 2014. Secondo il rapporto, inoltre, gli italiani rappresentano circa il 25 per cento, seguiti dai i cittadini che arrivano dalla Romania (pari all’11,2 per cento), dal Marocco (9,9 per cento), dalla Tunisia (3,9 per cento), dall’Egitto (3,1 per cento), dal Pakistan (3 per cento), dal Senegal (2,2 per cento), dall’Ucraina (2 per cento) e dalla Nigeria (1,9 per cento). Negli ultimi due anni, sono transitate nelle grandi stazioni oltre 50mila persone senza fissa dimora e circa 90mila profughi, per lo più d’origine siriana ed eritrea, sono passati per l’Hub migranti di Milano. L’efficacia di questo servizio ha fatto sì che il modello italiano sia diventato in breve un esempio per le grandi stazioni europee: altri Help Center stanno nascendo infatti anche in Francia, Lussemburgo, Belgio e Bulgaria. “La rete messa in campo dalle Ferrovie dello Stato rappresenta un grande esempio di innovazione – ha commentato Valeria Fedeli, vice presidente del Senato che ha partecipato alla presentazione del rapporto -. Si fa delle nostre stazioni un centro di servizi per la cittadinanza attiva e ci si occupa delle persone, oltre che dei clienti. È un nuovo tipo di welfare che dimostra concretamente cosa sia la responsabilità sociale delle aziende”.