1/Bicameralismo
L’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea a mantenere un bicameralismo paritario, cioè una Camera e un Senato con identici poteri, incluso quello di dare o revocare la fiducia al Governo.
Questa struttura parlamentare ha effetti negativi sulla stabilità del sistema politico e sull’efficienza dell’iter legislativo. Inoltre, comporta costi aggiuntivi per lo Stato (pari a circa 175 milioni l’anno) che potranno essere risparmiati in caso di vittoria del Sì al referendum.
Con la riforma, le funzioni di Camera e Senato saranno finalmente differenziate: la Camera rappresenterà la Nazione e avrà la funzione di approvare la gran parte delle leggi, mentre il Senato rappresenterà le Regioni e i Comuni, con poteri propositivi, di controllo e di garanzia.
Con l’istituto delle “leggi a data certa”, il Governo potrà chiedere che la discussione e la votazione di un provvedimento ritenuto prioritario avvengano entro 70 giorni. Così si supererà l’abuso dei decreti-legge, dei maxi-emendamenti e dei voti di fiducia. Il Parlamento si riapproprierà in pieno della sua centralità democratica.