2/Senato, costi e Cnel
La riforma costituzionale consentirà alle nostre istituzioni di funzionare meglio. Ma per restituire credibilità alla politica, è necessario anche ridurre le poltrone e i costi connessi a questo funzionamento. Cento senatori (anziché gli attuali 315) saranno sufficienti a rappresentare le istanze di Regioni e Comuni, senza ricevere indennità: per lo Stato il risparmio a regime sarà superiore a 150 milioni. L’abolizione definitiva delle Province dalla Costituzione impedirà che esse possano essere riproposte in futuro. Gli stipendi dei consiglieri regionali oggi appaiono spesso spropositati e ricondurli a quelli dei sindaci dei Comuni capoluogo è una misura di buon senso. Inoltre, l’abolizione dei finanziamenti ai gruppi regionali impedirà il ripetersi degli scandali cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Inoltre, le Regioni perderanno alcune competenze che saranno ricondotte allo Stato, evitando contenziosi dispendiosi e la ripetizione di capitoli di spesa. Da tutte queste misure, si potranno ricavare fino a 320 milioni. Infine, il Cnel – costato dalla sua nascita un miliardo di euro – sarà abolito definitivamente: non ha mai prodotto una legge.