Riforma di Lutero

Il pastore Heiner Bludau: “Il Papa a Lund? Un gesto forte che crea un clima di riconciliazione”

Parla il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, alla vigilia della Commemorazione dei 500 anni della Riforma di Lutero a Lund (Svezia), il 31 ottobre, a cui parteciperà anche papa Francesco. “Il viaggio del Papa – dice – è un gesto molto forte che ispirerà tutte le cerimonie comuni che ci saranno il prossimo anno, creando un clima di riconciliazione. Solo due anni fa non si poteva immaginare una tale atmosfera”

Le lancette della storia nel doloroso capitolo dei rapporti tra cattolici e luterani hanno subito negli ultimi anni una accelerazione repentina. Dopo 500 anni di scontri, aspre polemiche  e addirittura guerre, la commorazione della Riforma di Lutero vedrà per la prima volta insieme a Lund, in Svezia, la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale per una celebrazione che si svolgerà, a partire dal 31 ottobre e per tutto il 2107, in un clima di dialogo e riconciliazione. Solo fino a pochi anni fa, tutto questo era “impensabile”. E’ “il segno che il dialogo è andato avanti”.  “E poi c’è questo papa che dice, io vado per essere presente. E’ un segno forte. Se il papa va a Lund, non si può più dire che non siamo pronti, che non è possibile celebrare insieme”. A parlare è il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, pastore della Comunità Evangelica Luterana di Torino.

Che significato ha per i luterani la presenza del Papa a Lund?
Le chiese luterane hanno sempre celebrato i centenari della riforma nel corso dei 500 anni trascorsi. Spesso queste celebrazioni sono state manifestazioni contro la chiesa cattolica. Nel 1617, per esempio, il primo centenario della riforma si è festeggiato alla vigilia della guerra di trent’anni, ovviamente contro i cattolici. L’ultimo, nel 1917, il quarto centenario alla vigilia della prima guerra mondiale come una festa nazionale tedesca.  Si usava  il ricordo della riforma per rinforzare la propria identità contro quella degli “avversari”. Nel 2017 per la prima volta nella storia si è aperta la possibilità di celebrare questo evento in un’atmosfera del dialogo. In questo modo la celebrazione può diventare davvero una grande festa di Cristo. Ci orientiamo insieme al centro che è Cristo e non guardiamo alle differenze per presentarci dicendo siamo diversi (o perfino meglio) degli altri. Non posso però parlare per tutti i luterani. Non c’è una chiesa luterana ma ce ne sono tante. Per noi luterani in Italia il viaggio del Papa rende visibile che la confessione luterana nel mondo non è solo una realtà marginale come in Italia.

Vedendo la chiesa cattolica di oggi e un papa come Francesco, secondo lei, Lutero riproporrebbe la sua riforma oggi?
E’ una domanda bella! Non è facile da rispondere. Anche se ci siamo avvicinati, sono rimaste differenze tra le nostre chiese, non siamo arrivati a una perfetta sintonia. Nella chiesa cattolica, ci sono 7 sacramenti, da noi ce ne sono 2; nella chiesa cattolica c’è il culto dei santi, da noi no; il ruolo della madre di Dio è diversa nelle due chiese; nella chiesa cattolica c’è un papa, le chiese luterane sono autonome, non c’è una gerarchia; i pastori possono sposarsi, ci sono pastore donne, solo per menzionare alcune differenze. Ciononostante, Martin Lutero oggi in un mondo totalmente cambiato proporrebbe dal mio parere altre sfide. La sfida di oggi è che tante persone non credono più. Se il punto di riferimento è il Vangelo, la buona notizia dell’amore di Dio, una riforma oggi significa qualcos’altro che 500 anni fa. Oggi la divisione tra le chiese è l’errore più grave che dobbiamo superare. Riformare le chiese oggi significa perciò trovare vie per una comune testimonianza.  Forse non si tratta di avere un’istituzione unica per tutti i cristiani. Perché le istituzioni sono sempre legate al potere. E si può fare abuso del potere. Si tratta invece di una riconoscenza reciproca e una prassi comune. A me piace molto il concetto della diversità riconciliata e anche Papa Francesco ha già usato queste parole. In un mondo plurale anche la chiesa può essere plurale. Ma  è importante che siamo riconciliati nella diversità.

50 anni di dialogo cattolico-luterano. Che cosa si aspettano i luterani da Roma? Secondo lei è possibile la inter comunione e quanto sarebbe importante?
Ripeto. Non posso parlare per tutti i luterani. Dal mio punto di vista, condividere il sacramento della eucarestia è un punto cruciale sul cammino verso l’unità. Nella confessione augustana, un documento fondamentale per le chiese luterane, all’articolo 7 si legge: “La chiesa è l’assemblea dei santi nella quale l’Evangelo viene insegnato correttamente e i sacramenti sono correttamente amministrati. E per la vera unità della Chiesa è sufficiente essere d’accordo sulla dottrina dell’Evangelo e sulla amministrazione dei sacramenti”. Quindi per noi la base della chiesa consiste nella predicazione del Vangelo e la celebrazione dei (due) sacramenti. E dal nostro punto di vista, ci si deve avvicinare all’unità in questi due punti. Sulla dottrina, almeno quella della giustificazione, c’è già un consenso. Anche sul sacramento del battesimo siamo d’accordo. La questione dell’Eucarestia rimane aperta. So che la comprensione di tutto questo è abbastanza diversa nella chiesa cattolica. Ma non chiedo la concelebrazione, propongo l’ospitalità eucaristica.

Dopo Lund, cambierà qualcosa e come si prospetta il dialogo?
Non so se cambierà qualcosa dopo Lund. Non so se ci saranno dei cambiamenti sul livello dottrinale. Ma forse ci saranno altri cambiamenti. Il viaggio del Papa è un gesto molto forte. Il Papa partecipa all’apertura delle cerimonie per commemorare la riforma! Questo gesto ispirerà tutte le cerimonie del prossimo anno. Ci saranno celebrazioni comuni e questo gesto crea un clima di riconciliazione. Solo due anni fa non si poteva immaginare una tale atmosfera.

Dalla chiesa cattolica si sentivano voci come “non c’è niente da celebrare, c’è solo da pentirsi per la divisione”. Oggi invece possiamo pentirci insieme e celebrare insieme. E questo è un segno forte.