Società in moto

In Puglia c’è l’università della “diversabilità”: fattoria sociale e orto terapia per ragazzi con disabilità psichiche e motorie

L’associazione di volontariato “Angeli della Vita” di Giovinazzo, vicino Bari, è nata grazie agli sforzi del suo fondatore Pino Tulipani: “La nostra può definirsi un’opera francescana, nata dal niente grazie a tanti piccoli sforzi quotidiani. Contiamo sulle nostre forze e sulla buona volontà della gente. Cerchiamo di rendere piena la vita di persone diversamente abili. E i frutti li vedo ogni giorno nei loro occhi e nei loro gesti”

Un orto, una fattoria, il lavoro quotidiano e tanta convivialità. Così ragazzi affetti da disabilità psichiche e motorie hanno la possibilità di riappropriarsi della propria vita e concedersi una chance per il futuro. Al di là dei pregiudizi e degli ostacoli che, spesso, la società pone loro davanti. E tutto questo grazie alla Fattoria Sociale e Orto Therapy dell’associazione di volontariato “Angeli della Vita” di Giovinazzo, in provincia di Bari. L’iniziativa, promossa dalla Regione Puglia e dalla Fondazione Caripuglia, è di fatto nata grazie agli sforzi del suo fondatore Pino Tulipani: “La nostra può definirsi un’opera francescana, nata dal niente grazie a tanti piccoli sforzi quotidiani. Contiamo sulle nostre forze e sulla buona volontà della gente. Perché vogliamo che la Fattoria sia una scuola, una università della ‘diversabilità’. Cerchiamo di rendere piena la vita di persone diversamente abili. E i frutti li vedo ogni giorno nei loro occhi e nei loro gesti”.

Donare un futuro nuovo. L’opera degli Angeli della Vita è una sfida quotidiana con lo sguardo rivolto avanti. Grazie a loro, infatti, venticinque persone diversabili, tra i 24 e i 66 anni, vivono una vita “normale”. Dando loro alternative di vita che le famiglie, spesso per difficoltà economiche, non possono garantire. Con l’aiuto di ciò che offre la natura: “Pet therapy e orto terapia – dice Pino – sono un’occasione per risvegliarli intellettivamente e per dare loro l’occasione di avere un ruolo attivo nella comunità”. E chi può avere più coscienza di Pino dei frutti del lavoro con gli animali e la natura? Suo figlio Edoardo è affetto da autismo, ma grazie al lavoro quotidiano con piante e animali è riuscito ad uscire ogni anno di più dal suo isolamento psicologico:

“Parto proprio dalla mia esperienza di padre – dice Pino –. La mia vita con Edoardo è un’esperienza ricca, piena,  felicissima. Grazie a lui ho capito perché Dio mi dà questa sofferenza che trasformo in gioia e ho capito che questa era la mia missione sulla terra”.

Nella Fattoria Sociale ci sono asinelli, caprette e cavalli che vivono quotidianamente insieme ai ragazzi diversabili: “Perché la natura è amore – continua Pino –. La positività che pervade i ragazzi deriva direttamente dal rapporto che la natura ha con loro. E io vedo i benefici della nostra opera nei loro occhi, nei loro gesti, nelle loro interazioni sociali che diventano ogni giorno più serene e attive”.

Una vera integrazione è possibile. Quella di Pino è una “Cattedrale laica”, come lui stesso la definisce. Un punto di riferimento di un’intera comunità. E infatti la sua opera non termina con il lavoro con i diversamente abili ma continua e si sovrappone con altri progetti e connessioni con cooperative e associazioni. “Angeli della Vita”, infatti, apre le porte anche a migranti, tossicodipendenti e detenuti. “Le Istituzioni credono in noi – afferma Pino –. Con il Ministero della Giustizia, ad esempio, c’è un progetto per la riabilitazione sociale dei detenuti. Un ragazzo relegato ai domiciliari ma che lavora con noi mi dice ‘Sei mio fratello’ perché il bene che sta ricevendo è incredibile. Serve per redimersi e reintegrarsi nella società”. Così come il progetto di orto sociale con gli immigrati che attraversano un percorso di volontariato, di conoscenza e avvicinamento agli animali e alle pratiche agricolo-ambientali. Spesso insieme ai ragazzi diversabili: “Ed è una gioia vederli lavorare e vivere pacificamente insieme, senza pregiudizi e con tanta semplicità. Questa esperienza mi ha aperto gli occhi ma soprattutto il cuore.

Noi cristiani le cose importanti non dobbiamo solo interpretarle, ma imparare ad osservarle”.

Quello degli “Angeli della Vita”, grazie al quotidiano lavoro di Pino e degli utenti della Fattoria, è un esempio di solidarietà senza fronzoli.