Quaresima
L’iniziativa “Un pane per amor di Dio” – che quest’anno in diocesi viene orientata a sostenere un progetto missionario in Africa delle Suore delle Poverelle (presenti nel nostro Delta da oltre 60 anni, dai tempi della grande povertà…) – rende bene l’idea portante della cosiddetta “Quaresima di fraternità” che ci aiuta a donare generosamente ai bisognosi vicini e lontani; anzi a scoprire che ogni povero è per noi un “dono” per la nostra conversione, “sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto”, come il povero Lazzaro per il ricco della parabola lucana evocata e commentata da papa Francesco nel suo Messaggio quaresimale
“Digiuno, preghiera, elemosina” sono i “santi mezzi” che la Quaresima ci suggerisce per “intensificare la vita dello spirito” e per camminare verso la luce e la gioia della Pasqua. Per dare un senso, oggi, al digiuno lo colleghiamo di solito all’elemosina; ma esso ha già un senso e un valore in sé, come ascesi e disciplina interiore, quasi a vincere le esigenze corporee e dare più spazio allo spirito (ma, per altro, viene riscoperto ormai anche dai nutrizionisti come strumento valido per rigenerare il nostro fisico!). La preghiera, a sua volta, è il necessario rapporto con Dio, che invece troppo spesso – presi dalle tante cose “urgenti” della vita – trascuriamo o riduciamo al minimo e che ci viene ricordata come essenziale in questo “tempo favorevole”. L’elemosina, dal canto suo, sembra conservare in sé un che di arcaico, anch’essa svalutata dalle mutate condizioni e circostanze, a vantaggio di una più organica opera di carità e di solidarietà; mentre essa pure conserva la sua carica educativa interiore di un gesto semplice e spicciolo che rivela un animo ben disposto verso il misero. Soprattutto la carità, comunque, in tutte le sue accezioni e dimensioni, è l’aspetto oggi più comprensibile anche agli occhi della gente e persino dello Stato, che apprezzano in questo senso l’opera costante della Chiesa e dei cristiani al servizio degli ultimi, accentuata in questo tempo quaresimale.
L’iniziativa “Un pane per amor di Dio” – che quest’anno in diocesi viene orientata a sostenere un progetto missionario in Africa delle Suore delle Poverelle (presenti nel nostro Delta da oltre 60 anni, dai tempi della grande povertà…) – rende bene l’idea portante della cosiddetta “Quaresima di fraternità” che ci aiuta a donare generosamente ai bisognosi vicini e lontani; anzi a scoprire che ogni povero è per noi un “dono” per la nostra conversione, “sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto”, come il povero Lazzaro per il ricco della parabola lucana evocata e commentata da papa Francesco nel suo Messaggio quaresimale. Capita anche a noi di restare accecati dallo stesso peccato, che ci corrompe in fasi successive: “l’amore per il denaro, la vanità e la superbia”… L’errore più grande di quel ricco anonimo risulta il non aver prestato ascolto alla Parola di Dio – il grande “dono” per tutti – che ci offre la luce per vincere il buio accecante del peccato in tutte le sue forme.
La Quaresima – come ci ricorda il vescovo facendo eco al papa – può essere per tutti un “nuovo inizio” per “essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi”. Siamo chiamati ancora e sempre a “far crescere la cultura dell’incontro nell’unica famiglia umana”: lasciamoci, dunque, aiutare dalla luce della Parola per arrivare, personalmente e insieme, alla luce gioiosa della Pasqua.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)