Diocesi in campo / 3
Uomini e anziani. Sono, secondo l’esperienza maturata negli anni da Caritas Ambrosiana, i soggetti a maggior rischio di finire nelle maglie del gioco d’azzardo, che mette in ginocchio il diretto interessato e la sua famiglia. La Caritas, come ci spiega il suo direttore, Luciano Gualzetti, da tempo è in prima linea nell’offrire percorsi di sensibilizzazione capillari e campagne culturali per favorire comportamenti sani capaci di contrastare questo fenomeno, purtroppo in crescita, e intercettare precocemente le persone in difficoltà
Lavoro di rete, studio e confronto, formazione di volontari e operatori, incontri sul territorio, attività di sensibilizzazione. Sono le armi con le quali l’Area Dipendenze di Caritas Ambrosiana combatte il diffondersi del gioco d’azzardo: nell’attività di ascolto telefonico già nel 2005 il 14% delle telefonate ricevute dalla segreteria dipendenze riguardava persone affette da gap (gioco d’azzardo patologico). Negli ultimi anni mediamente attorno al 32% (per la maggior parte dal territorio di Milano e hinterland). Non a caso, tra le Regioni italiane (dati 2015), la Lombardia è in testa alla classifica per la raccolta complessiva del gioco d’azzardo: 14 miliardi e 65 milioni di euro.
“Come Caritas e come Fondazioni antiusura non possiamo che essere preoccupati del rischio di aumento di giocatori patologici e soprattutto del continuo impoverimento delle famiglie specie appartenenti alle fasce più deboli – dice Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione san Bernardino -. Questo ci chiede di continuare con percorsi di sensibilizzazione capillari e con campagne culturali per favorire comportamenti sani capaci di contrastare la trappola del gioco d’azzardo e intercettare precocemente le persone in difficoltà. Penso innanzitutto alle parrocchie, agli oratori, ai centri d’ascolto, ma non solo”.
Accanto alle famiglie. Tra ottobre 2015 e agosto 2016 la Fondazione Caritas Ambrosiana ha collaborato a uno dei 5 progetti presentati dal Comune di Milano al bando regionale sul gioco d’azzardo: “Milano No Slot: accoglie e orienta”.
“Stiamo offrendo alla diocesi un sportello di ascolto dei familiari di giocatori per dare loro consulenze che li aiutino ad affrontare le situazioni e a proteggere relazioni personali e beni, esposti a esiti nefasti quando un proprio congiunto è un giocatore patologico”, evidenzia Gualzetti.
Lo “spazio di ascolto e orientamento per i familiari” ha preso le mosse dall’ascolto telefonico che l’Area Dipendenze aveva sempre garantito estendendo la propria attività nell’offrire ai familiari dei giocatori un percorso nel quale avvalersi gratuitamente di competenze educativo-relazionali (Caritas Ambrosiana), psicologiche (Associazione azzardo e nuove dipendenze), legali (Ordine degli avvocati), economico-finanziarie (Fondazione san Bernardino). “Il servizio pubblico – spiega Laura Rancilio, responsabile delle Aree di bisogno e Aids, dipendenze e salute mentale di Caritas Ambrosiana – prende in carico persone con problemi di gap, ma
sono i familiari i primi a rendersi conto del problema, non sapendo, però, come gestire la questione.
Il nostro sportello offre loro indicazioni sui comportamenti da adottare per tutelarsi, come evitare di dare denaro, proteggere oggetti di valore, fare attenzione alla gestione dei conti condivisi”. Dopo i dieci mesi di partecipazione al progetto del Comune di Milano, “lo sportello sta proseguendo la propria attività anche se a regime più contenuto e al momento senza supporto economico esterno”. “Abbiamo avuto un’ottantina di contatti, poi abbiamo incontrato circa 45 famiglie e coinvolto un’ottantina di familiari – racconta Costanza Pestalozza, che si occupa della gestione dello sportello -. La maggior parte delle telefonate sono state fatte da donne: mogli, madri o figlie. Ci sono state richieste di aiuto per genitori anziani, soprattutto padri, che avevano dilapidato i beni di famiglia, ma anche per figli ventenni.
Prevalentemente è un problema che riguarda gli uomini, mentre sono le donne a segnalarlo”.
A volte “abbiamo incontrato anche i giocatori per spiegare la preoccupazione dei propri familiari e dare indicazioni dei servizi di cura possibili”.
Anziani a rischio. All’interno del progetto “Milano no –Slot” l’Area dipendenze di Caritas Ambrosiana ha realizzato anche attività informative e di sensibilizzazione rivolte in particolare alla terza età realizzando presso centri anziani e parrocchie 18 incontri nella città di Milano. Chiarisce Pestalozza:
“Una pensione minima, l’idea di dare una mano ai figli e molto tempo a disposizione mettono a rischio gli anziani.
Gli incontri interattivi sono state occasioni per arrivare a spiegare cosa sia il gioco d’azzardo, comprendere i meccanismi e le trappole che il gioco sottende, con il rischio di bruciare tutta la pensione. Quando si è potuto, si sono coinvolti gli anziani in una simulazione di gioco per sperimentare le reali possibilità di vincita, veramente scarse, per proteggerli dalla pubblicità ingannevole”. Nel corso degli incontri sono stati distribuiti i 1.800 pieghevoli predisposti ad hoc su tema del gioco d’azzardo e i suoi rischi.