Agricoltura

La Xylella colpisce ancora in Puglia. Cantele (Coldiretti): “Agli imprenditori agricoli è vietato avviare nuove piantagioni in sostituzione di quelle distrutte”

La denuncia del presidente di Coldiretti Puglia, Giovanni Cantele, che fa il punto della situazione: “Oggi l’intera provincia di Lecce e alcune zone del brindisino e del tarantino sono considerate, aree infette con tutte le conseguenze del caso”

Se ne parla sempre meno purtroppo. Ma la situazione resta grave in tutta la sua drammaticità. La Xylella fastidiosa, il batterio killer che da circa quattro anni è diventato il nemico numero uno di tutto il sistema della produzione olivicola della bassa Puglia (della provincia di Lecce e di ampie fasce delle province di Brindisi e Taranto), non accenna a fermarsi. È desolante lo “spettacolo” al quale si assiste percorrendo le strade assolate del Salento: ettari ed ettari di uliveti cancellati dall’agente patogeno che, provenendo dal Costarica attraverso l’importazione di piante ornamentali, ha sfortunatamente trovato in Puglia un “comodo” alloggio negli ulivi di cui tutto il territorio è disseminato e un vettore, il Philaenus spumarius, insetto comunemente riconosciuto con il nome di “sputacchina”. Intanto, la Giunta regionale ha dato il via libera al “Piano di azione” con uno stanziamento di altri 4 milioni di euro per debellare il batterio. Il Sir ha incontrato il presidente di Coldiretti Puglia, Giovanni Cantele, per fare il punto della situazione ma soprattutto per comprendere verso quali strategie è orientata la Federazione degli imprenditori agricoli che nella regione rappresenta oltre 50mila aziende.

Dott. Cantele, dal 2013 nel Salento si combatte contro una vera e propria epidemia che sta mettendo in ginocchio centinaia di imprese agricole. Può farci il punto della situazione?
I primi insediamenti del batterio killer sono stati registrati già nel 2009 ma si trattava di casi isolati. Nell’ottobre del 2013, invece, il triste fenomeno è divenuto un fenomeno acclarato: l’Italia, e in particolare alcuni territori del gallipolino, è stato il primo Paese europeo che ha dovuto affrontare l’emergenza Xylella. Da quel momento in poi l’Unione europea si è mossa attraverso quelle misure necessarie previste dalla legge europea nei casi in cui si verifica l’introduzione in un Paese Ue di malattie provocate da patogeni per quarantena. Nel tentativo di circoscrivere l’epidemia, l’Ue ha chiesto di adottare tutte le misure previste dalla legge ma il tentativo non ha portato alcun effetto in quanto le buone pratiche di prevenzione, nella gran parte dei casi, non sono state messe in atto. Cosicché

oggi, l’intera provincia di Lecce e alcune zone del brindisino e del tarantino sono considerate, aree infette con tutte le conseguenze del caso.

A cosa si riferisce in particolare?
Purtroppo, in questo momento, oltre a tutti i danni provocati alle aziende agricole, si combatte contro la “beffa” di un’imposizione prevista dalla legge europea che vieta la movimentazione e l’impianto delle specie che sono sensibili al ceppo di Xylella fastidiosa che interessa i nostri territori. In sostanza, oggi, l’autorità fito-sanitaria, aderendo a questa misura dell’Unione, impedisce agli imprenditori agricoli di avviare nuove piantagioni in sostituzione di quelle distrutte dal batterio killer.