Dolo la tredicesima edizione

Festival biblico 2017. Don Crema: ora l’orizzonte si amplia al mondo. Il 24 settembre la “Domenica della Parola”

Dieci giorni di conferenze, incontri, dialoghi, arte, spettacoli, gastronomia e mostre in 23 città di 6 diocesi del Triveneto. Ha chiuso i battenti domenica 28 maggio a Vicenza la tredicesima edizione del Festival biblico “Felice chi ha la strada nel cuore”, lasciando come “eredità” l’istituzione di una “Domenica della Parola” da celebrarsi ogni anno l’ultima domenica di settembre, quest’anno il 24, e un progetto sociale di accoglienza per i migranti. Intanto da alcuni Paesi del mondo si guarda all’appuntamento come a un modello da replicare a livello nazionale. Un bilancio “a caldo” con il presidente don Ampelio Crema

Dopo dieci giorni (18 – 28 maggio) di conferenze, incontri, dialoghi, arte, spettacoli, gastronomia e mostre nelle città e nelle province di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Trento e Vittorio Veneto (in totale 23 località), si è conclusa la sera di domenica 28 maggio nel capoluogo palladiano la tredicesima edizione del Festival biblico , quest’anno sul tema del viaggio nelle sue molteplici declinazioni. Un progetto unitario pur nel suo carattere “diffuso”, destinato a replicarsi in diversi paesi del mondo. “Abbiamo scelto un’inaugurazione laica ed ironica con Giacomo Poretti (celebre volto del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, che nella basilica palladiana ha proposto il monologo inedito ‘Nelle periferie del senso. Si può viaggiare anche dal divano, ndr); abbiamo deciso di concludere in piazza dei Signori con il ‘Ravasi del Portogallo’, il sacerdote e poeta Josè Tolentino Mendonça”, spiega al Sir uno dei due presidenti del Festival, don Ampelio Crema, contattato “a caldo” domenica sera.

E’ soddisfatto don Crema, sacerdote della Società San Paolo che promuove l’iniziativa con la diocesi di Vicenza, e presidente dell’evento per i paolini, insieme a mons. Roberto Tommasi per la diocesi vicentina: “E’ ancora presto per avere numeri precisi ma lo scorso fine settimana, solo a Rovigo, abbiamo avuto 10 mila presenze”.

“La prima novità è che stiamo riuscendo a coinvolgere il mondo giovanile che quest’anno abbiamo impegnato nel progetto attraverso l’alternanza scuola – lavoro. Ragazzi impegnati come animatori con i bambini e come guide. Poi siamo riusciti a tornare nel centro delle città: A Vicenza e a Rovigo abbiamo allestito veri e propri ‘bar letterari’.

Le città sono ‘inciampate’ nel Festival: la nostra sfida era sdoganare la Bibbia, farla considerare non più o non solo roba da preti, ma ‘libro dei libri’, provocazione che interpella ogni uomo che voglia lasciarsi interrogare perché è la sua storia, incrocia le sue domande di senso”.

Aiuta, insomma a “passare a un’altra riva”, il tema dell’incontro conclusivo con Mendonça, ossia ad aprirsi alla “rivelazione di un senso più grande”.
Il Festival è nato nel 2003 a Vicenza come laboratorio culturale aperto a tutti per portare la Bibbia nel mondo, attualizzandola e traducendola nella vita quotidiana. “Da quattro – cinque anni è partita dal basso, ossia come domanda della gente che vi ha partecipato ai propri vescovi – la richiesta di promuoverlo in altre diocesi del Triveneto, ma l’orizzonte è destinato ad ampliarsi ulteriormente”. Sabato 27, prosegue don Crema, “abbiamo avuto a Vicenza un pullman di biblisti paolini di tutto il mondo convocati dal nostro generale don Valdir José De Castro”. E proprio sabato don De Castro e Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, hanno lanciato da Vicenza

la “Domenica della Parola”, giornata mondiale da celebrare il prossimo 24 settembre mettendo in pratica il desiderio espresso da Papa Francesco nella “Misericordia et misera”

dove al n. 7 si legge : “Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo”.

La data prescelta per l’iniziativa che dovrà ripetersi ogni anno, spiega don Crema, “è quella della domenica più vicina al 30 settembre, memoria liturgica di san Girolamo”, Dottore e Padre della Chiesa che tradusse in latino la Sacra Scrittura (la cosiddetta Vulgata), “giorno nel quale in America latina l’iniziativa si svolge già da tempo ” perché

“la Parola deve essere non solo conosciuta ma anche amata e venerata”.

A questo fine il Gruppo editoriale San Paolo, che opera in 30 Paesi del mondo, pubblicherà a breve un sussidio liturgico-pastorale per accompagnare la preparazione di parrocchie e diocesi all’appuntamento. “Tramite la Comunità di Sant’Egidio – prosegue don Crema – una cinquantina di vescovi africani ha già aderito al progetto; adesioni stanno arrivando anche da diversi vescovi italiani”, mentre “presuli del Portogallo e Guatemala vorrebbero ‘incarnare’ il festival nel loro territorio”.

Ogni anno la kermesse lancia anche un progetto sociale. L’edizione 2017 non poteva non sentirsi coinvolta nel viaggio, più subito che liberamente scelto, dei tanti rifugiati “che bussano alle nostre porte e occupano un posto speciale nel cuore del Papa”. Così quest’anno

la scelta è caduta sui progetti di “seconda accoglienza” della Caritas vicentina – “Rifugiato in famiglia” e “Adozione di vicinanza” – pensati per i migranti già in possesso di permesso di soggiorno per protezione internazionale,

che è possibile sostenere con l’acquisto delle “bottiglie del Festival biblico, ottimo prosecco in edizione speciale donato da una cantina di Valdobbiadene”. I migranti, prosegue don Crema richiamando, tra gli altri, l’incontro di sabato 27 con Alessandra Morelli, delegata per l’alto Commissariato Onu per i rifugiati, “sono stati un fil rouge della rassegna, insieme al fil rouge del viaggio interiore alla scoperta di sé e di dove stiamo andando”. A breve il comitato di presidenza renderà noto il tema della prossima edizione. “Il gruppo di ‘pensatori’, un vero laboratorio di idee di amici del Festival – conclude don Crema in tono scherzoso – è al lavoro e ha già compiuto una prima scrematura”.