Giubileo d'oro
A Roma in 30mila da tutto il mondo per il Giubileo d’Oro del Rinnovamento carismatico cattolico. Alla veglia di sabato 3 giugno al Circo Massimo parteciperà anche Papa Francesco. Oltre alle varie realtà del Rinnovamento cattolico, ci saranno anche esponenti del mondo evangelico e pentecostale. Intervista a Giovanni Traettino, pastore della Chiesa evangelica della Riconciliazione. Del movimento pentecostale dice: “È una proposta semplice. Un annuncio essenziale e fondamentale dell’Evangelo che risponde ad un bisogno dell’uomo”
Trentamila partecipanti dall’Italia e da altri 127 Paesi del mondo a Roma per il Giubileo d’Oro del Rinnovamento carismatico cattolico. Un evento organizzato dall’ICCRS (International Catholic Charismatic Renewal Services) e dalla Catholic Fraternity. Si è aperto mercoledì 31 maggio con l’udienza generale in piazza San Pietro e si concluderà sabato 4 giugno. Sono presenti gli aderenti alle varie realtà del Rinnovamento cattolico e anche di esponenti del mondo evangelico e pentecostale. Un vero e proprio movimento ecumenico riunito a Roma “per pregare insieme alla vigilia della prossima festa di Pentecoste”. E alla veglia di sabato 3 giugno al Circo Massimo parteciperà anche Papa Francesco. La diffusione del movimento pentecostale e carismatico è un fenomeno dirompente, soprattutto nel Sud del mondo, che ha raggiunto anche l’Italia. Una realtà che “Papa Francesco conosce molto bene ed ha abbracciato riconoscendone la radice ecumenica”, dice il rev. Giovanni Traettino, il pastore della Chiesa evangelica della Riconciliazione che il Papa andò personalmente a trovare a Caserta il 28 luglio 2014.
Rev. Traettino, siete tantissimi. Che cosa attira del movimento carismatico e pentecostale? Come mai avete così tanto successo?
Credo che sia per la fame e sete di Dio che c’è nell’uomo di oggi, soprattutto nei poveri. Molto semplicemente. Ed è in questa direzione che si è sviluppato il movimento pentecostale a livello mondiale, rispondere all’esigenza di fare un’esperienza diretta di Dio, di farne la sua conoscenza. Credo che sia questa la chiave fondamentale per comprendere lo sviluppo del movimento pentecostale e di tutte le espressioni carismatiche anche all’interno delle Chiese storiche.
Se questa è la domanda, cosa ha da offrire il movimento carismatico e pentecostale?
Si tratta di una forma popolare di fede fondata sull’esperienza viva di Dio, sulla dimensione dell’adorazione che è fondamentale nell’ethos pentecostale e carismatico e sull’annuncio. Il movimento pentecostale ha una spinta fortemente evangelica e si radica nell’essere e farsi comunità, a livello locale. La dimensione della vita comunitaria è un aspetto molto importante: le Chiese diventano uno spazio all’interno del quale vivere relazioni autentiche. C’è un deserto fuori, nel mondo, per cui la Chiesa diventa un rifugio.
Si tratta però di una proposta spesso anche molto criticata. Venite descritti come degli esaltati. Voi come rispondete a queste critiche?
Ci sono chiaramente forme estreme, di radicalismi e fondamentalismi che sono comunque presenti in tutti i movimenti. Sono però estremismi che nel tempo vengono assorbiti. Le forme autentiche di fede rimangono, quelle estreme cadono. Bisogna saper aspettare con sapienza e grazia e guardare alla sostanza.
Nonostante le critiche, sta di fatto che mentre le parrocchie storiche si svuotano, le vostre comunità si riempiono. Cosa sta succedendo? Come si spiega questo fenomeno?
La modernità ha messo in crisi le Chiese e le Chiese hanno cercato di rincorrere la modernità. Razionalismo e secolarismo hanno invaso la Chiesa e la gente se non trova vita autentica – e questo vale anche nelle nostre comunità – alla fine se ne va. È un problema culturale. La Chiesa, in generale, è in crisi nel mondo occidentale. Questo è vero nel sud Europa ed è vero ancora di più nel Nord Europa.
Chi è interessato alla vostra proposta?
I movimenti di tipo pentecostale sono nati nella fascia più popolare e povera della società. È ciò che emerge dalle analisi sociologiche.
Perché?
Intanto perché è una proposta semplice. C’è un annuncio essenziale e fondamentale dell’Evangelo e poi perché risponde a un bisogno autentico, vero dell’uomo. Il Vangelo risponde ai bisogni autentici dell’uomo. Bisogna allora tornare ai fondamenti, alle cose essenziali. Credo che tutto il cristianesimo potrà essere rinnovato se ha questa capacità di autoriformarsi e di tornare in modo puro e semplice all’annunzio del Vangelo. Credo che il tentativo e lo sforzo di Papa Francesco, per esempio, con l’Evangelii Guadium, vadano proprio in quella direzione.
Ecco appunto, Papa Francesco. Chi è per voi?
Posso parlare per me. Ho un grande affetto per lui. Sono profondamente toccato dalla sua relazione con Cristo. Potrà sembrare poco, ma non è una affermazione che faccio alla leggera.
È un cristiano autentico, un vero discepolo di Gesù.
A Roma vi presenterete come movimento ecumenico. In che cosa consiste l’unità tra le diverse espressioni dei movimenti pentecostali e carismatici che rappresentate?
Tra carismatici e pentecostali, c’è un fondamento di spiritualità comune che rimanda alla relazione con lo Spirito Santo, cioè la scoperta dello Spirito Santo nella vita personale. Questo crea una premessa, una base di carattere spirituale sulla quale poggia l’apertura, il dialogo, l’amicizia.
Da lì poi parte tutto. Come dice Papa Francesco, la cultura dell’incontro aiuta ad abbassare le barriere, a costruire ponti, ad approfondire le relazioni all’interno delle quali poi diventa anche più facile ragionare anche su questioni di carattere teologico.
Però tutto parte da una premessa di base, con il fondamento di Cristo nella nostra vita e con l’azione dello spirito Santo nella nostra vita.