Sale della comunità
Conclusa ad Ascoli Piceno la prima edizione degli “SdC Days” promossi dall’Acec
“È un inizio trasversale, un numero zero per entrare in modo misurato e discreto in un rapporto più diretto e immediato con la base associativa. La prima impressione è senz’altro positiva”, dice don Adriano Bianchi, presidente Acec, mentre si avviano alla conclusione i lavori di “SdC days. Giornate nazionali delle sale della comunità” svoltesi ad Ascoli Piceno nei giorni 8-11 giugno 2017. “È evidente l’importanza di affidare ad un incontro nazionale il compito di tastare il polso di impressioni e suggerimenti possibili. È l’occasione per mettere in circolo le buone pratiche e far girare idee positive. Il valore del ritrovarsi è stato confermato e rafforzato di fronte alla prospettiva della sfida che si pone e alle molte opportunità offerte dalla comunicazione”.
“Fedi in gioco”, tra cinema e teatro
Don Adriano Bianchi sottolinea come questi incontri siano stati programmati nell’ambito della quinta edizione del Festival Teatri del Sacro. La riflessione tocca subito il rapporto cinema-teatro, terreno ampio e generoso di stimoli culturali e sociali, luogo nel quale la sala della comunità trova una dimensione più ricca e di maggiore completezza. Del resto proprio con un “dialogo interreligioso tra cinema e teatro” si sono aperti gli incontri. In questa prima tornata, sul tema delle “Fedi in Gioco”, molto è ruotato intorno al film “Dustur” di Marco Santarelli, riflessione sulla Costituzione italiana da parte di stranieri in carcere, con il supporto di Ignazio De Francesco, monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Monte Sole; mentre Katia Malatesta ha ripercorso dell’attività del Religion Today Film Festival, di cui è direttrice artistica. “Le scelte della Sala della Comunità – dice Arianna Prevedello, responsabile della comunicazione dell’Acec – cercano di essere provocatorie, progettuali e creative. Si tratta di una mission rivolta ad intercettare una dimensione religiosa plurale, che dice la declinazione ampia della fede che abitiamo. Nel carcere si sperimenta il dialogo tra culture. Si lavora sulle criticità nei confronti di una identità latente, ossia a rischio di perdita di significato”.
La libertà religiosa è più importante della religione, è stato osservato come riflessione unificante. Sui temi “alti” della cultura, si è tornati con una relazione di Giuliano Zanchi, direttore del Museo diocesano di Bergamo, su “L’arte come conservazione dell’umano?”, dove il punto centrale è forse proprio in quell’interrogativo che rimanda a una difficile, quasi impossibile risposta.
Le opportunità per SdC con la nuova legge cinema
Negli SdC Days è stato dedicato giusto e abbondante spazio alla nuova legge sul cinema, la legge 220/2016, che è stata approvata ma che aspetta il completamento nei decreti attuativi non ancora predisposti dal Ministero competente. Se ne è occupato il segretario Acec, Francesco Giraldo, prendendo in esame soprattutto quegli articoli che riguardano da vicino la Sala con le molte opportunità connesse, relative a ristrutturazione, programmazione e gestione. È da questi passaggi, è stato sottolineato, che nasce la convinzione che la SdC si trova in un momento prezioso quanto a opportunità e possibilità operative. Le spiegazioni sono andate di pari passo con le richieste di chiarimenti fatte dai presenti, a dimostrazione del forte interesse che il tema dello “stato di salute” della sala ha nella base associativa. Qui è tornato ancora l’argomento “teatro”, che oltre a testi di stretta attualità fa i conti con non piccole necessità di ordine tecnico e logistico. Un panel, poi, ha riguardato i modi di veicolazione del film all’interno della sala: dalla proposta più semplice e immediata, a quella più ricercata del film d’autore, al film come occasione per avvicinare giovanissimi, adolescenti nell’ottica della proposta più prettamente educational.
Spazio a film di sperimentazione negli SdC Days
Film insoliti, inaspettati, dal punto di vista dei contenuti e spiazzanti sotto quello stilistico/narrativo, hanno caratterizzato la proposta degli SdC Days. Parliamo di “Gold and Copper” di H. Assadian, un bellissimo film iraniano, in puro stile neorealista, commosso e commovente; del coraggioso “Alamar” P. Gonzalez-Rubio, parabola messicana su un rapporto padre-figlio; e due proposte di taglio documentaristico “Porto il velo adoro i queen” di L. Porrino e “Piigs” sull’argomento della difficoltà di gestione nell’Unione Europea.
“Con la scelta di stare tra la gente – sottolinea mons. Dario E. Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione – la SdC […] si configura come un soggetto già in grado di offrire una linea culturale, un programma ben impostato di progetti che spaziano dal cinema al teatro o al concerto, dalla conferenza al dibattito, dalla testimonianza al documentario” (D.E. Vigano “La sala della comunità: spazio di incontro, inclusione e partecipazione” in A. Bourlot, M.G. Fanchi, “I nuovi cinema paradiso”, Vita e Pensiero, Milano 2017).
(*) segretario, Commissione nazionale valutazione film Cei