Matrimonio

Purché ci sia la festa

La storia della sposina sassarese, avvenuta qualche giorno fa, certifica solo che viviamo in un tempo in cui il festeggiamento conta più dell’occasione, in cui vige saldamente l’egemonia della festa ad ogni costo sulla chiesa e sul senso della celebrazione. Ne è prova il moltiplicarsi di occasioni per fare baldoria e spendere il denaro che, si dice, che manchi…

Nella storia della sposina sassarese avvenuta qualche giorno fa si può forse notare una chiara manifestazione dei segni dei tempi. Questa donna sarda è stata piantata dal suo promesso sposo nel giorno in cui era previsto il matrimonio ma non s’è scomposta più di tanto: pur delusa, s’è levata l’abito bianco e anziché in chiesa è andata dritta al ristorante con gli invitati. Il fotografo s’è eclissato dopo un po’ e la torta nuziale è stata servita senza statuine in cima; fatto sta che a questo sposalizio è mancato, unico dettaglio, il marito. “Doveva essere il giorno più bello. Non ho voluto che fosse il più brutto”, ha spiegato lei, non mancando di specificare che il pranzo era già pagato, amici e parenti erano già lì, tanto valeva brindare comunque. Il maschio è diventato oramai un orpello superfluo, ed è forse non lontano il giorno in cui per sposarsi non sarà più necessario essere in due.

Ma forse questa storia certifica soltanto che viviamo in un tempo in cui il festeggiamento conta più dell’occasione, in cui vige saldamente l’egemonia della festa ad ogni costo sulla chiesa e sul senso della celebrazione. Ne è prova il moltiplicarsi di occasioni per fare baldoria e spendere il denaro che, si dice, che manchi (Berlusconi diceva che pur in tempi di crisi i ristoranti erano pieni). In realtà si moltiplicano le solennità nelle feste di compleanno, specialmente per i diciottesimi, con un rituale ripetitivo e monotono, quasi una tortura per i coscritti invitati, con tanto di mortaretti di scatole cinesi che quasi ogni sabato si sentono infrangere il silenzio della notte. Non parliamo della cosiddetta movida notturna che ha dei luoghi deputati di appuntamento dalle piccole cittadine alle grandi città con grandi disagi degli abitanti, a causa della baldoria notturna, costretti a veglia forzata fino alle prime luci dell’alba. Lo stesso rituale si ripete nelle feste di importazione come feste della donna, halloween ed ovviamente, vedi il caso di Sassari, anche in quelle legate alle celebrazioni religiose: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, anniversari di matrimonio, addii al nubilato e al celibato, e ormai anche per le ordinazioni sacerdotali e i giubilei di ordinazione con tanto di pranzi, catering, buffet e quant’altro, e ovviamente con tanto di doverosi regali da parte degli invitati.

Insomma ogni occasione è buona perché ci sia la festa. Il resto può essere solo un dettaglio, compreso lo sposo.

(*) direttore “Settegiorni dagli Erei al Golfo” (Piazza Armerina)