Politica

Ius soli: la dignità può attendere

La proposta di legge che non c’entra nulla con il dramma dei profughi, riguarda la via alla cittadinanza dei “nuovi italiani” e l’allargamento della partecipazione alla vita del Paese. Se la legge passerà potrà veder riconosciuta la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri e di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue da almeno 5 anni, non abbia commesso reati e paghi le tasse. Si tratta dunque di giovani che parlano italiano (spesso solo l’italiano!), che hanno spesso i nostri costumi, le nostre abitudini e cultura. Sono bambini e giovani sui quali il nostro Paese sta investendo risorse di istruzione e di welfare

Per il momento la corsa (si fa per dire) del disegno di legge sullo Ius soli si ferma qui. Ora non è tempo: troppe tensioni e troppi rischi per il Governo. Della legge che dovrebbe riconoscere la cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia se ne dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) riparlare in autunno. Ce lo auguriamo, anche se i timori che vedremo un altro film, sono molti. Eppure stiamo parlando di un provvedimento di civiltà, decisivo per favorire quella integrazione che, a parole, in tanti (non tutti a dire il vero) vogliono e dichiarano essenziale per governare il fenomeno migratorio.
La proposta di legge che non c’entra nulla con il dramma dei profughi, riguarda la via alla cittadinanza dei “nuovi italiani” e l’allargamento della partecipazione alla vita del Paese. Se la legge passerà potrà veder riconosciuta la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri e di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue da almeno 5 anni, non abbia commesso reati e paghi le tasse. Si tratta dunque di giovani che parlano italiano (spesso solo l’italiano!), che hanno spesso i nostri costumi, le nostre abitudini e cultura. Sono bambini e giovani sui quali il nostro Paese sta investendo risorse di istruzione e di welfare.
“Ma il Paese ha altre priorità”, ha chiosato qualche leader politico, evidenziando come la politica, ancora una volta, rinunci a scelte lungimiranti per biechi calcoli di bottega e confermi così che in Italia ci sono persone di serie A e persone di serie B.
L’accoglienza e l’integrazione non sono o non dovrebbero essere né di destra né di sinistra. Da più parti, però, si chiede di governare il fenomeno migratorio, pensando che questo significhi semplicemente erigere muri. Ma la complessità o si governa con coraggio o inevitabilmente ci travolgerà.
I migranti sono, per molti, semplicemente strumento elettorale, un pozzo da cui attingere slogan per conquistare qualche voto in più. Tutto questo ci richiama al fondamentale dovere quotidiano, che ognuno di noi ha, di ragionare con la propria testa, di informarsi, di capire, di sapere distinguere per non lasciarsi soffocare la mente (e il cuore) dai luoghi comuni sparsi in giro a piene mani, da distributori seriali di paure.
Una volta il credente in politica non poteva che scegliere scudocrociato. Oggi per il credente è decisiva l’affermazione di alcuni valori tra cui la dignità di ogni persona, valore, peraltro, che dovrebbe essere condiviso da ogni donna e uomo di buona volontà. Auspichiamo che si riparta da qui e che tra qualche settimana ciascun parlamentare faccia la propria parte per rendere concreto questo passaggio di civiltà.

(*) direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)