Politica & opinione pubblica
Quando ci metteremo a ragionare, ripartendo dalla comune umanità?
Piuttosto sopra le righe, il mondo politico e l’opinione pubblica. Ma anche battute eccessive dalla pancia delle nostre comunità locali, sul dramma dei profughi. Per un verso c’è lo sconcertante atteggiamento dell’Europa che, oltre a pacche sulle spalle, lascia solo il nostro Paese a fronteggiare un’emergenza umanitaria che arriva dal Mediterraneo attraversato a rischio della vita, da parte di un inarrestabile numero di migranti in fuga dall’Africa, a tutti i costi. Ed è un amarissimo fallimento di un’idea d’Europa, solidale, aperta, inclusiva, protagonista dei tempi nuovi, in grado di farsi carico di un’umanità sofferente.
Per altro verso assistiamo a polemiche su scelte che vorrebbero essere risolutive, ma che restano molto equivoche e depistanti, come lo slogan “Aiutiamoli a casa loro”. “Ma per davvero” replica il segretario Cei, mons. Galantino, con fatti concreti, perché nei Paesi poveri si sia messi in condizione di restare o di partire, in libertà, senza costrizioni, dettate da situazioni invivibili. Insomma non aggrapparsi al vago, bypassando un dramma umanitario.
“Nessuno pensa che si possa risolvere il problema dell’immigrazione dicendo ‘liberi tutti, avanti tutti’…”, ma ci vuole legalità che è “il primo passo per una intelligente e seria politica della mobilità umana” (sempre Galantino). Poi la discussione, nei nostri salotti Tv, sugli “immigrati economici”, a cui molti vogliono dire di no, a cominciare dal capo francese Macron. Una distinzione poco difendibile ed anche ingiusta: se si scappa per fame si ha meno dignità se si scappa per guerra? Con tanti saluti alla coerenza. Infine le espressioni, dalle nostre parti, che fanno sbroccare in frasi inaccettabili, in un mix di volgarità e di insopportabile approssimazione. Quando ci metteremo a ragionare, ripartendo dalla comune umanità?
(*) direttore “L’Unione Monregalese” (Mondovì)