Campania
Lunedì 21 agosto, intorno alle 21, una scossa di magnitudo 4.0 ha seminato il panico. Due le vittime accertate, una quarantina di feriti e 2.600 sfollati. Il pastore della Chiesa locale nella zona rossa per essere accanto alle famiglie
Due donne morte, una quarantina di feriti, di cui uno grave, 2.600 sfollati. Sono i primi dati provvisori del terremoto che ieri sera, intorno alle 21, ha interessato Ischia. Sono due i luoghi più colpiti della scossa sismica di magnitudo 4.0: Casamicciola e Lacco Ameno, nella zona Fango. In particolare, la zona rossa è circoscritta alla zona alta di Casamicciola Terme. Stamattina il vescovo di Ischia, mons. Pietro Lagnese, si è recato proprio a Casamicciola alta, dove è crollata una palazzina a tre piani, dalla quale sono stati estratti vivi un neonato di sette mesi, Pasquale, e i suoi genitori. Il vescovo è restato sul posto finché non sono stati messi in salvo gli altri due figli: Mathias e, per ultimo, Ciro. Raggiunto al telefono dal Sir, proprio mentre si trovava sul luogo del disastro mons. Lagnese ci ha raccontato quello che ha visto: “A Casamicciola c’è proprio una devastazione. Salendo nella zona alta di Casamicciola ho visto tante macerie e auto capovolte. Qui e anche a Ischia c’è tantissima gente che cerca di scappare, soprattutto turisti”. Il presule ci ha spiegato che “ci sono state delle difficoltà nell’operazione di salvataggio dei due ragazzi”, soprattutto “perché uno dei due era coperto per buona parte del corpo da macerie ed era restato incastrato nella rete di un letto”. Mons. Lagnese, quando è stato estratto l’ultimo ragazzo, Ciro, ha espresso al Sir una “grande gioia” e ha rivolto il suo ringraziamento “a tutti i soccorritori che sono stati instancabili in questa operazione e anche a tutti quelli che stanno dimostrando solidarietà”.
Due vittime. Anche buona parte della chiesa del Purgatorio è crollata, “ma – ha dichiarato il vescovo – io stamattina sono corso qui perché mi interessa soprattutto stare vicino al papà e alla famiglia di questi bambini. Più tardi, passerò a salutare i familiari delle due donne decedute”. Una delle vittime, quella morta sotto le macerie della chiesa del Purgatorio, “non è un’anziana – ci ha precisato mons. Lagnese – come è stato detto, ma si tratta di Lina Balestrieri Cutaneo, membro del Consiglio pastorale diocesano. La donna, tra i cinquanta e i sessant’anni, stava andando a fare un incontro di preghiera in una famiglia. Dopo aver parcheggiato a fianco alla chiesa, le è caduto il cornicione addosso ed è morta”. Appartenente al Cammino neocatecumenale, Lina era molto attiva nella pastorale familiare in diocesi. È stato smentito, invece, quanto era stato riferito al presule che la seconda vittima fosse una donna “morta a seguito di un infarto per la paura del terremoto, mentre la portavano in ospedale per ferite”: “Sembra che si tratti, invece – ha affermato il vescovo -, di una turista che è restata seppellita dalle macerie di una casa”.
Tanta paura. “C’è tanta tristezza sul volto delle persone, anche perché il popolo ischitano, e in particolare quello di Casamicciola, conserva nella memoria collettiva l’esperienza di un devastante terremoto, avvenuto 137 anni fa, che distrusse completamente Casamicciola e buona parte dell’Isola”, ha evidenziato mons. Lagnese -. Perciò, le persone qui vivono con il terrore del terremoto, che purtroppo ieri sera ci ha fatto visita”. La scossa di ieri sera “è stata sentita in modo forte, anche se è stata breve e questo ha permesso che i danni non siano stati ancora più grossi. Qui, comunque, il dramma è forte”. Da ieri sera ci sarebbero state una decina di scosse di assestamento: “Speriamo – ha auspicato il vescovo – che non ce ne siano ulteriori, perché ci sono muri pericolanti. Per arrivare a Casamicciola ho dovuto mettere il casco. Ci sono diverse situazioni di pericolo”. Ci sono stati danni alle chiese nella diocesi? “Adesso la priorità sono le persone. Siamo qui proprio per essere vicini alle famiglie, ma ci siamo intesi con la Soprintendenza e i vigili del fuoco per capire quello che c’è da fare, ma, ribadisco, ci interessano soprattutto le famiglie, le persone”. Più tardi ci sarà un sopralluogo anche alla chiesa del Purgatorio.
Le nostre strutture e l’episcopio pronti ad accogliere gli sfollati. “Stamattina presto – ha ricordato mons. Lagnese – è stato bello ricevere la telefonata di mons. Nunzio Galantino, che mi ha chiamato per assicurarmi la solidarietà dei vescovi italiani e la disponibilità della Conferenza episcopale per venire incontro alle esigenze delle persone che si trovano in una situazione di forte disagio”. Anche la Chiesa di Ischia si prepara ad aiutare chi è in difficoltà: “La prima esigenza, al momento, è trovare un alloggio immediato per tutti quelli che hanno perso una casa – sottolinea il vescovo -. C’è già la Federalberghi che si è messa in moto per trovare dei posti letto, ma, evidentemente, ci sono anche le nostre strutture. Lo stesso episcopio, la casa del vescovo è a disposizione. Infatti, nella zona di Ischia, dove si trova l’episcopio, non ci sono danni forti, che si sono registrati, invece, soprattutto nella zona di Casamicciola alta”. Intanto, la Caritas diocesana, d’intesa con Caritas Italiana e la Delegazione regionale, sta valutando i primi interventi da attuare e ha reso già operativo il Centro Giovanni Paolo II a Forio per la distribuzione dei pasti e per ospitare chi non ha un tetto dove poter dormire. “Mons. Lagnese ci anticipa anche che “certamente tra stasera e domani ci organizzeremo come presbiterio e come popolo di Dio per un momento di preghiera e di adorazione. Oggi, tra l’altro, è la memoria di Maria Regina: vogliamo affidare proprio alla Madonna la comunità ischitana e specialmente il popolo di Casamicciola, che venera in una maniera tutta particolare l’Addolorata”.