Creato

La cultura della “cura”

Molte Chiese diocesane e molte comunità mettono il tema della “custodia del creato” al centro della loro riflessione e della loro preghiera anche in questa domenica

Da dodici anni nella Chiesa italiana si celebra il 1° settembre la “Giornata per la custodia del creato”: un’iniziativa presa anche in comunione con altre Chiese e rafforzata dalla decisione di papa Francesco, nel 2015, quasi come frutto della sua lettera enciclica “Laudato si’”, di estendere il più possibile la celebrazione di questa giornata non solo alle Chiese, ma anche agli organismi internazionali. La scelta dell’1 settembre fa riferimento al capodanno della Chiesa ortodossa e fu proprio il patriarca di Costantinopoli Dimitrios I nel 1989 a parlare della responsabilità della Chiesa nei confronti dell’opera di Dio, invitando a pregare e riflettere su questo tema. Al di là della data simbolica e prendendo spunto da essa, molte Chiese diocesane e molte comunità mettono il tema della “custodia del creato” al centro della loro riflessione e della loro preghiera anche in questa domenica. Particolarmente significativo che ad inviare il messaggio annuale a nome della Conferenza episcopale italiana siano ben tre Commissioni episcopali, esattamente la Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, la custodia del creato, la Commissione per l’ecumenismo e il dialogo, la Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali. Un invito, dunque, corale e a tutto campo: a significare la fondamentale importanza di una sensibilizzazione generale e approfondita su questa tematica che si rivela sempre più urgente anche in Italia.

Il messaggio dei vescovi – imperniato quest’anno attorno allo slogan “Viaggiatori sulla terra di Dio”, prendendo spunto dall’esclamazione di Giacobbe “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo” (Gen 28,16) – si articola in cinque punti eloquenti. Prima di tutto siamo “Sulla terra di Dio…” ed occorre dunque riconoscere la mano provvidente del Signore nella creazione, rendendoci suoi collaboratori responsabili; ma siamo qui “…come viaggiatori”, quindi nella provvisorietà e nella consapevolezza di vivere una sorta di pellegrinaggio quotidiano verso una meta più grande, la patria che Dio ci ha preparato. Lo specifico del messaggio di quest’anno sembra incentrarsi sul tema del turismo. Molti sono i “viaggiatori” nel mondo di oggi, per questo occorre riflettere e responsabilizzarsi anche su “Mobilità e turismo” per un “Turismo sostenibile”, che sia capace di ‘contribuire alla cura della casa comune e della sua bellezza’. Perciò – ed è la conclusione del messaggio – dobbiamo diffondere e far crescere sempre più “Una cultura della cura” (stimolante qui la citazione dello scoutismo e del suo fondatore Baden Powell), affinché davvero la terra sia sempre più ospitale per tutti. Ancor più che di custodia o di salvaguardia del creato, particolarmente incisivo è parlare di “cura”, come papa Francesco stesso ha indicato ai cristiani, ai credenti, alla società e alla politica.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)