Migrazione
La Festa dei popoli da quasi 10 anni rappresenta, per Vercelli e il suo territorio, un tentativo intelligente e coraggioso che va proprio nella direzione di un’integrazione basata sulla conoscenza e l’arricchimento reciproco
Le parole di papa Francesco non lasciano mai indifferenti. Sia il mondo cattolico, che ovviamente riconosce al Santo Padre il ruolo di guida che gli è proprio, sia (e in taluni casi soprattutto…) quello laico dedicano grande attenzione alle dichiarazioni di un Pontefice che ha profondamente cambiato le modalità di comunicazione della Santa Sede. È stato così anche in occasione del viaggio di ritorno dal Sud America quando, nella consueta chiacchierata con i giornalisti sull’aereo che lo stava riportando in Italia, Francesco ha risposto a una domanda sul tema sempre delicato dell’immigrazione.
Il Pontefice, sostanzialmente, ha espresso tre pensieri: la gratitudine verso le nazioni che più si sono spese per salvare le vite dei migranti (specialmente Italia e Grecia), ha richiamato il principio della “prudenza” da parte dei governi, che devono domandarsi “quanti posti ho” da offrire a chi emigra, e ha invocato politiche che non siano solo di soccorso, ma anche di “integrazione” dei migranti. Taluni hanno voluto leggere in questa esternazione una sorta di mezza “marcia indietro” della Santa Sede rispetto alla politica di apertura sin qui dimostrata sul fronte dei flussi migratori. In realtà, chi conosce e segue con più attenzione il lavoro continuo e spesso oscuro di istituzioni religiose, parrocchie e associazioni di ispirazione cattolica sa bene che questa è sempre stata la linea seguita dalla Chiesa (universale e locale): al primo posto c’è la necessità di salvare vite. Di fronte a una nave che affonda non si chiede il passaporto o lo status giuridico. Superata questa fase inizia quella assai più delicata dell’integrazione, un processo più lungo e articolato che ha bisogno di essere alimentato anche sul fronte della consapevolezza culturale.
La Festa dei popoli (ne parliamo ampiamente in questo numero, ndr) da quasi 10 anni rappresenta, per Vercelli e il suo territorio, un tentativo intelligente e coraggioso che va proprio nella direzione di un’integrazione basata sulla conoscenza e l’arricchimento reciproco.
(*) direttore “Corriere Eusebiano” (Vercelli)