Giornali Fisc
Gli sviluppi futuri non possono essere lasciati alle fantasie e ai desideri, per quanto auspicabili. Si devono confrontare con la realtà, senza sconti. Il confronto continuerà
La decisione della prossima chiusura del settimanale diocesano a fine dicembre 2017 ha suscitato, come era prevedibile, molte reazioni e commenti nei nostri lettori, tra i sacerdoti, nelle parrocchie. D’altra parte, non si può cancellare un secolo di strada percorsa con un tratto di penna. Chi lo pensasse è male informato, o semplicemente troppo precipitoso nel tirare conclusioni. Le determinazioni adottate sono frutto di un lungo periodo di analisi sull’intero settore della comunicazione diocesana (giornale compreso) per cercare di garantire sostenibilità economica nel medio periodo e migliorare l’efficacia ai fini della pastorale della Chiesa locale. Anche con la valutazione di alternative – purtroppo rivelatesi impraticabili – e con passaggi tecnici e giuridici obbligati. L’esito finale comporta, certo, sacrifici e la pazienza di costruire un futuro in rapida evoluzione. Tale da non sopportare ulteriori indugi. Abbiamo voluto raccogliere alcune delle voci che manifestano disagio, consapevolezza, perplessità ma anche visioni aperte sul domani della comunicazione in diocesi.
Non pretendiamo di convincere o risolvere le problematiche sollevate dai nostri lettori. Ma ci pare necessario vivere questa stagione di cambiamento facendo tesoro del contributo di pensiero e di azione di ciascuno, col dovere di cercare poi la migliore sintesi possibile per proseguire il nostro servizio ecclesiale, mai così urgente e necessario.
Gli sviluppi futuri non possono essere lasciati alle fantasie e ai desideri, per quanto auspicabili. Si devono confrontare con la realtà, senza sconti. Il confronto continuerà: anzi sarà un’ottima occasione per allargare lo sguardo e tornare a porre la questione della comunicazione ecclesiale nella sede che le compete: quella di un’organica azione pastorale inserita nella programmazione di parrocchie e zone pastorali della diocesi. Gli strumenti possono cambiare, adeguandosi ai tempi; diverso e immutato è invece il compito che la Chiesa locale intende adempiere accettando di inculturare l’annuncio evangelico.
(*) direttore “La Vita Cattolica” (Cremona)