Società
La proposta del card. Bassetti cerca di curare la disaffezione alla politica dovuta a corruzione, perdita sempre più grave dei riferimenti etici, smarrimento orientativo dei cittadini
Molti commentatori hanno notato, quasi con sorpresa, che il cardinale Gualtiero Bassetti, nella prolusione ai lavori del Consiglio permanente della Cei del 25 settembre, usa un linguaggio pastorale. È il linguaggio della Chiesa. Qualsiasi argomento venga trattato, la finalità non può che essere pastorale. E lo è anche quando educa alla politica. Bassetti ha affermato che è necessaria la cultura dell’amore contro quella dell’indifferenza. Ha ricordato la necessità di occuparsi dei poveri e di includerli nella società. Ha invitato a fermare gli spacciatori della droga della paura. Ha detto che gli impauriti vanno abbracciati, consolati e scossi. Contro la provocazione della paura per vantaggi politici, Bassetti risponde con la proposta della tenerezza e con la fermezza: consolati e scossi. La proposta del card. Bassetti cerca di curare la disaffezione alla politica dovuta a corruzione, perdita sempre più grave dei riferimenti etici, smarrimento orientativo dei cittadini.
Il riferimento al cambiamento epocale ci fa riflettere sulle novità della globalizzazione, dalle crisi finanziarie a quelle economiche e a quelle delle migrazioni. Tutte dovute al primato del profitto. È crisi dell’umano e dell’umanesimo, e della casa comune. Si sono persi i riferimenti etici fondamentali, quelli della giustizia e dei diritti animati dall’amore al prossimo. Nelle nostre linee pastorali abbiamo suggerito una vivacizzazione dei gruppi intermedi, che sono il laboratorio di pensieri, valutazioni, progetti in campo sociale e politico; sono gli strumenti di una società viva. Sono la contromisura all’idea del capo e del popolo anonimo fatto di singoli cittadini, isolati e facili prede di demagogie che producono sentimenti di paura e rancore.
Le indicazioni del cardinal Bassetti sono per politiche a favore della famiglia, del lavoro e dei giovani, dei quali occorre valorizzare i talenti. Ancora, indica la necessità della creazione di corridoi umanitari per stroncare i traffici dei migranti e meglio governare il fenomeno; e la decisione per lo jus soli, passo fondamentale per l’integrazione, vera politica di sicurezza. È quindi criticabile chi dice non sia ora il tempo giusto, come se fossero le propagande elettorali a dover guidare la politica e non i diritti umani, la giustizia e l’amore al prossimo. Se manca tutto ciò, allora si fa strada la corruzione e il clientelismo, come abbiamo visto spesso, anche in questi giorni. L’invito specifico è di rammendare il tessuto sociale con prudenza, pazienza e generosità.
(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)