Politica

Elezioni: odor di demagogia

Necessita un esame serio del rapporto che c’è fra i partiti e la gente in vista delle prossime elezioni. Guai parlare alla pancia della gente! L’odore di demagogia sarebbe un colpo letale per il sistema democratico

È molto difficile oggi parlare e scrivere di politica a causa, fra l’altro, di un ribaltamento di ruoli mai così evidente e sfacciato. Nel commento dei quotidiani ricorre spesso la parola populismo ma non fa meraviglia perché la storia d’Europa, dall’Illuminismo ad oggi, abbonda di populismi da cui sono scaturite anche le ultime nostre dittature.

Questo nostrano però non è certamente autoritario, ma va a incidere negativamente sul sistema democratico a scapito anche della Costituzione. Si consuma all’interno di una democrazia, è gestito dai partiti e talvolta da istituzioni pubbliche (Comuni, Province,…) nel mercato del consenso ovvero della compravendita dei voti. Così una recente inchiesta svela gli intrecci fra le cosche calabresi e le amministrazioni locali del Nord Italia. Ruolo-chiave degli imprenditori che facilitano gli affari sporchi è “la ‘ndrangheta che comprava i politici in cambio di voti”. 24 vengono arrestati tra cui il sindaco di Seregno.

Doppio allarme. Alcuni magistrati del Nord chiedono di alzare la guardia perché “la corruzione è il metodo mafioso più raffinato per intimidire e condizionare sia la politica che la vita civile del territorio”. Ancora più vibrante la voce del Papa a Cesena “la corruzione è il tarlo della vocazione politica, non lascia crescere la civiltà”. Dal Sir Paolo Bustaffa, in una nota assai incisiva e puntuale, parla di “spazi vuoti” lasciati dalla cittadinanza a causa di una evidente crisi che coinvolge la democrazia. Riaffiora anche un insinuante populismo che affascina e distrae l’azione delle parti sociali della politica, vale a dire dei partiti, a spese del Popolo Sovrano. Con l’attuale sfascio dei partiti si rischia di toccare il fondo al punto tale da far nascere la pessima idea di gestire direttamente il potere, magari attraverso un leader.

Ecco che torna a galla il populismo. Necessita allora un esame serio del rapporto che c’è fra i partiti e la gente in vista delle prossime elezioni. Guai parlare alla pancia della gente! L’odore di demagogia sarebbe un colpo letale per il sistema democratico. Ci vuole comunque un risveglio culturale e morale per ridare un volto veramente umano alla politica e le motivazioni autentiche per cambiare rotta.

(*) direttore “Il Nuovo Amico” (Pesaro-Fano-Urbino)