Società

Quel che resta dello scherzo di Halloween

Oggi, passate le feste, restano alcuni interrogativi. Perché tutta questa difficoltà delle istituzioni, nel comprendere le legittime posizioni di tanti genitori e cittadini? E non stiamo parlando solo dei cattolici perché, almeno per una volta, la festa di Halloween a Pesaro ha unito credenti e non credenti. Il dibattito infatti non si è mosso solo sul piano religioso ma soprattutto su quello culturale ed educativo

Halloween e bambole voodoo ai Musei civici di Pesaro. Che polverone la scorsa settimana: la nostra redazione è stata invasa da telefonate, mail, whatsapp … Ma anche i telefoni e le caselle di posta elettronica del Comune di Pesaro devono avere avuto il loro bel da fare per contenere l’ondata di protesta delle tantissime persone che proprio non hanno gradito i toni dell’invito rivolto ai bambini dai 5 agli 11 anni di trascorrere la serata di Halloween al museo. Ecco quel che si leggeva: “Storie di occhi perduti ma se non rispondi giusto perderai la vista; pic-nic con sangue offerto da noi e costruzione di una bambola voodoo perché se proprio dovete prendervela con qualcuno, meglio un feticcio”. Insomma nulla a che vedere con la classica zucca e i dolcetti dell’ormai tradizionale carnevale d’autunno. Era proprio necessaria questa idea per portare i piccoli pesaresi a visitare il nostro museo?

“Ma perché la protesta? Stavamo solo scherzando!”. Questa in sintesi la linea difensiva dei Musei civici che, per avvalorare la propria buona scelta, sbandieravano il tutto esaurito dell’iniziativa: cioè appena 30 bambini. Numeri da festicciola privata se rapportati alla popolazione pesarese e alla petizione on-line firmata da oltre 7mila persone per chiedere di annullare la data. Di qui la retromarcia. Cancellati tutti i riferimenti ai feticci voodoo, agli occhi strappati e al sangue. I bambini lo scorso 31 ottobre hanno quindi costruito la bambola Coraline.

Oggi, passate le feste, restano alcuni interrogativi. Perché tutta questa difficoltà delle istituzioni, nel comprendere le legittime posizioni di tanti genitori e cittadini? E non stiamo parlando solo dei cattolici perché, almeno per una volta, la festa di Halloween a Pesaro ha unito credenti e non credenti. Il dibattito infatti non si è mosso solo sul piano religioso ma soprattutto su quello culturale ed educativo.
Alla fine, con rammarico, dobbiamo annotare che il Comune ha sì rivisto la sua comunicazione ma senza riconoscere la validità delle argomentazioni dei cittadini. Anzi ha voluto sminuire la propria responsabilità per bocca dell’Assessore alla cultura che ha parlato di “bufala” dei giornalisti e di “forzatura comunicativa perché non si trattava di veri e propri laboratori diabolici”. E ci mancherebbe pure. Di certo nessuno di coloro che ha protestato aveva preso alla lettera l’invito dei Musei. Riti satanici? Spiace altresì dover rimarcare la discutibile scelta di cancellare dalla pagina Fb di “Pesaro Musei” di tutti i commenti negativi lasciando leggibili solo quelli (pochi) a favore.
L’auspicio per il futuro è di una maggiore disponibilità all’ascolto soprattutto verso le famiglie che crescono i propri figli, e futuri pesaresi, con la complessa leggerezza del gioco ma senza accettare scherzi né improvvisazioni quando si parla di educazione.

(*) direttore “Il Nuovo Amico” (Pesaro-Fano-Urbino)