Le iniziative sul territorio
Da Nord a Sud… viaggio – certamente non esaustivo – tra le diocesi italiane dove ci si prepara con entusiasmo alla prima Giornata mondiale dei poveri
La fantasia della carità o, meglio, la carità opera con fantasia. Potremmo sintetizzare così il coro di risposte giunte dalle diocesi italiane all’appello lanciato da Papa Francesco per la prima Giornata mondiale dei poveri che si celebra domani, domenica 19 novembre.
Le persone più in difficoltà, quelle molte volte messe ai margini della società, saranno protagoniste di numerose iniziative.
In tante diocesi, dal Nord al Sud d’Italia, per la giornata di domenica sono stati organizzati due momenti tra di loro collegati: la messa, in molti casi presieduta dai vescovi nelle rispettive cattedrali, e un momento conviviale con chi è maggiormente bisognoso.
Così domenica non solo le mense Caritas, tradizionalmente frequentate dai bisognosi, ma anche saloni di oratori, seminari e perfino episcopi ospiteranno pranzi o cene. Sarà così a Torino, Treviso, Cesena, Prato, Grosseto, Assisi, Terni, Tivoli, Reggio Calabria, Rossano-Cariati, Molfetta, Catania. Ad Acerra il pranzo con il vescovo si svolge oggi (18 novembre).
In alcuni casi, come a Rimini, anche il vescovo vestirà il grembiule da cameriere per servire i commensali. Così faranno anche i sindaci dei 18 Comuni della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca al pranzo per i 72 poveri che sarà ospitato nel Salone del Pellegrino, nei pressi della basilica di Leuca.
Sarà invece una convivialità diffusa quella che si vivrà a Bologna dove gli ospiti dell’Hub di via Mattei saranno in diverse comunità parrocchiali per la celebrazione eucaristica e la condivisione del pranzo.
La prima Giornata mondiale dei poveri è anche l’occasione per inaugurare strutture messe a disposizione delle persone più bisognose.
Così succederà in diocesi di Perugia-Città della Pieve dove il card. Bassetti inaugurerà, a San Biagio della Valle di Marsciano, il Centro sociale per anziani ristrutturato dalla Caritas di Unità pastorale unitamente al nuovo Centro di ascolto. Cerimonie analoghe a Modena, dove verrà aperto il nuovo centro diurno della Caritas, e ad Alessandria, con l’inaugurazione del poliambulatorio medico e odontoiatrico “Nessuno escluso”. Quest’ultima è un’opera-segno che rende ancora più concreti i frutti del Giubileo della misericordia, così come la “Casa della Misericordia” inaugurata a Castellaneta, alla presenza di don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana. La struttura – con una mensa per 70 persone, due unità abitative per alloggi nei casi di emergenza ed il centro antiviolenza – ospiterà domani un pranzo per le persone in difficoltà.
Dedicata ai giovani è invece l’iniziativa in programma a Faenza tra la serata di sabato e la notte di domenica. Dopo la cena presso il seminario vescovile, alla quale parteciperà anche il vescovo, un momento di festa e di preghiera, da mezzanotte i giovani trascorreranno la notte in strada per condividere insieme l’esperienza quotidiana dei senza fissa dimora.
A Venezia, oltre all’invito a condividere un pasto con qualcuno in difficoltà, anche attraverso un momento comunitario, nelle parrocchie verrà realizzata una colletta speciale a favore delle mense sostenute dal patriarcato. A Benevento, invece, la diocesi ha chiesto a comunità parrocchiali, conventi e associazioni, di attivare nella giornata di domani un punto di raccolta per generi alimentari a lunga conservazione, vestiario e materiale per l’igiene personale e degli ambienti domestici. Il vescovo de L’Aquila, mons. Petrocchi, domani sarà nella parrocchia di san Giovanni Battista di Pile, dove è attiva una mensa serale per i poveri, per incontrare volontari e ospiti e per consegnare al parroco una somma in denaro per il sostegno alle opere caritative della parrocchia.
Celebrazioni liturgiche, veglie di preghiera e occasioni di riflessione e di approfondimento sono state organizzate anche a Savona, Udine, Trento, Spoleto e Cosenza.
Lunedì 20 novembre, a Lamezia Terme nel salone dell’episcopio sarà presentato il dossier “Lavoro indecente. I braccianti stranieri nella piana lametina”, a cura di Francesco Carchedi, Marina Galati, Isabella Saraceni dell’associazione Comunità Progetto Sud. Nel pomeriggio, a Como, open day di “Porta Aperta”, il servizio Caritas che, in collaborazione con il Comune e la Provincia, coordina le attività cittadine rivolte alla grave marginalità: dormitori, mense dei poveri, bagni pubblici, vestiario.
Diversi i messaggi inviati dai vescovi per l’occasione. La Conferenza episcopale abruzzese-molisana ricordando che la Giornata mondiale dei poveri è stata voluta dal Papa per “mettere al centro dell’attenzione e dell’impegno comune i bisognosi nella loro dignità di persone e nell’esigenza di giustizia” auspica che “le istituzioni pubbliche si facciano carico in maniera costruttiva, generativa e attiva della comunità e delle sue criticità principali”. “Questa giornata – sottolinea il vescovo di Arezzo, mons. Riccardo Fontana – non si aggiunge alle altre iniziative di carità e non ci chiede di organizzare qualcosa. Dobbiamo accoglierla, sulla scia della Evangelii gaudium, come invito ad un cambiamento che apra spazi di incontro verso chi è nel bisogno”. Mons. Francesco Milito (Oppido-Palmi) invita a far sì che “i gesti, certamente generosi e simbolici che segneranno tale Giornata, siano ordinari e carichi di premure lungo tutto l’anno”. “Come sarebbe bello e significativo se domenica ciascuno di noi invitasse a sedere alla mensa della propria casa una famiglia che vive nella povertà, persone segnate da qualche disagio grave, che sappiamo essere afflitte da abbandono e solitudine”, è la proposta di mons. Mimmo Battaglia (Cerreto Sannita). Il desiderio espresso da mons. Giuseppe Giudice (Nocera Inferiore-Sarno) è quello di “progettare, all’interno del tessuto parrocchiale, l’idea di adottare una persona o un nucleo familiare che vive in uno stato di particolare indigenza, senza dimenticare quanto viene già fatto da ogni comunità parrocchiale e religiosa per sostenere, accompagnare e dare risoluzione, laddove è possibile, alle tante forme di povertà che ogni attanagliano tanti nuclei familiari”.