Società

Droga killer: per vincerla bisogna convincere

Domandiamoci perché ci si droga. Per affermare se stessi, ma si finisce per essere negati. Per essere felici, ma tutto si condensa nell’ebbrezza di un attimo e poi è tristezza. Per avere successo, ma si viene sconfitti. Per avere successo nella competizione con gli altri, ma si viene sopravanzati. Per essere liberi, ma si diventa schiavi. Passaparola.

“Mi troveranno morto da qualche parte. Spero di morire per overdose, perché credo sia la morte più naturale per la vita che ho fatto. Spero solo di vivere ancora un po’ per riuscire a parlare con i miei figli”. Sono le frasi terribili che pronuncia un tossicodipendente in uno degli ormai famosi servizi proposti da “Nemo” di Rai 2, le settimane scorse, sulla droga a Mestre.
È di martedì scorso, invece, la notizia che un altro mestrino, un 42enne, è morto, probabilmente per via di quell’eroina gialla, particolarmente pura, che ha già causato più di dieci decessi, in pochi mesi, in città.
È la tragica punta dell’iceberg: quella dei decessi a catena, provocati da droga venduta da una gang criminale che opera, in particolare, nella zona della stazione. Sarà compito delle forze dell’ordine occuparsene.
Ma è compito di tutti ragionare di questa recrudescenza drammatica della droga in città. Perché anche senza arrivare a questi livelli estremi, con i loro terribili esiti, non accenna a calare l’uso di sostanze stupefacenti, dall’esordio con lo spinello al “farsi” con la siringa.
Domandiamoci perché ci si droga. Per affermare se stessi, ma si finisce per essere negati. Per essere felici, ma tutto si condensa nell’ebbrezza di un attimo e poi è tristezza. Per avere successo, ma si viene sconfitti. Per avere successo nella competizione con gli altri, ma si viene sopravanzati. Per essere liberi, ma si diventa schiavi. Passaparola.

(*) Gente Veneta (Venezia)