Società

Giornata migrante e rifugiato. Con alacrità e lungimiranza

Se per quelle dei vari schieramenti politici ci sarà il tempo per essere informati, per le parole del Papa il tempo giusto è, invece, questo fine settimana. Francesco si rivolge alla Chiesa e ai credenti, ma non solo. In posizione paritetica mette gli uomini e le donne di buona volontà. Scrive infatti: “È una grande responsabilità che tutta la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà”. Non si ferma qui. Individuati i destinatari del messaggio, delinea la strada: “I quali – continua – sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee”. E dice come: “Con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza”. Non è poco

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Si scaldano i motori per le elezioni del 4 marzo. Dopo le festività natalizie – durante le quali il 28 dicembre il presidente della Repubblica Mattarella ha sciolto le Camere – il ritorno ai tempi ordinari del lavoro focalizza l’attenzione sull’appuntamento tanto atteso: le elezioni politiche, la cui ultima tornata risale al febbraio 2013.

Da un altro fronte, quello della Chiesa, si rientra nel tempo ordinario celebrando questa domenica la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Un tema sul quale ci si misurerà e ci si scontrerà, a livello nazionale, nei prossimi cinquanta giorni. Ma che si prolungherà ulteriormente per il Friuli Venezia Giulia, dove già si tessono le trame delle regionali di primavera, e per qualche comune interessato dalle amministrative.

Nel suo messaggio Papa Francesco con pacata ma irremovibile chiarezza ha esplicato la posizione della Chiesa. Nelle settimane che verranno, da interviste e dibattiti, conosceremo quelle dei vari schieramenti politici. Saranno ipotizzate soluzioni diverse a questo che, insieme al lavoro, è uno dei temi più caldi e controversi dell’oggi e del domani. Le migrazioni, piaccia o no, disegnano la storia di questo terzo millennio. È dura trovare risposte a un fenomeno che non è nuovo nella storia della umanità, ma lo è per noi. Qui ed ora. E che ci interpella tutti, obbligandoci a scegliere secondo il modo in cui concepiamo il mondo e l’umanità.

Se per quelle dei vari schieramenti politici ci sarà il tempo per essere informati, per le parole del Papa il tempo giusto è, invece, questo fine settimana. Francesco si rivolge alla Chiesa e ai credenti, ma non solo. In posizione paritetica mette gli uomini e le donne di buona volontà. Scrive infatti: “È una grande responsabilità che tutta la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà”. Non si ferma qui. Individuati i destinatari del messaggio, delinea la strada: “I quali – continua – sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee”. E dice come: “Con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza”. Non è poco.

Certo, per Francesco il tema è centrale, tant’è che Lampedusa è stata la meta del suo primo viaggio, l’8 luglio del 2013. È da lì che ha chiesto ad una umanità smarrita: “Adamo dove sei?”.

Altrettanto certo è che ciascuno in piena libertà sceglie come pensarla e quale strada seguire, nell’urna e prima ancora nella vita di tutti i giorni. Eppure, appuntamenti tanto importanti, che comportano scelte decisive per noi, il nostro Paese e migliaia di altre persone, chiamano ad uno sforzo in più. Per scegliere in maturità e responsabilità – regola valida in questa come in altre occasioni – la prima cosa da fare è informarsi, conoscere, chiedere, leggere, ascoltare testimonianze dirette. Se possibile, anche vedere. Se non fare direttamente, interessarsi da chi fa. Se non entrare, avvicinarsi al mondo complesso e ingarbugliato dei migranti.

Ascolteremo politici, tecnici, studiosi. Con la stessa attenzione questa domenica ascoltiamo le parole di Francesco. Ciascuno deciderà le personali priorità. Meglio se ricordando che al mondo contribuiamo tutti, ciascuno per la parte che vive, esplora, incontra. E rifiuta. Meglio bandire il caso e la superficialità. E quella alacrità e lungimiranza che Francesco chiede per i migranti, sappiamo dedicarla anche a noi, al nostro Paese, a questo mondo che abitiamo.

(*) direttrice “Il Popolo” (Concordia-Pordenone)