Settimana di preghiera per l'unità

Cristiani di pace

Nel pieno della “Settimana” ecumenica, il Papa ci fa comprendere che questa dimensione intra-cristiana non può prescindere dall’attenzione verso tutte le altre comunità umane di credenti o non credenti perché a tutte è destinato il messaggio di amore e di salvezza portato da Cristo. D’altra parte, proprio un’intensificazione dell’unità tra i cristiani può diventare esempio e garanzia di un’unità più grande fra tutti gli uomini

La tematica e le riflessioni della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, com’è noto, quest’anno ci vengono suggerite dalle indicazioni provenienti dalle comunità della regione dei Caraibi, una complessa e articolata zona di terraferma e di isole appartenente all’America Latina, con la quale condivide situazioni di grande disagio sociale, politico, economico, quella stessa realtà latinoamericana che il Papa sta visitando in questi giorni, incontrando le popolazioni di due nazioni tra le più travagliate, il Cile e il Perù, dove la Chiesa – nonostante i limiti e le carenze – è in prima linea per difendere e promuovere i diritti dei più poveri ed emarginati, a cominciare dalle popolazioni più oppresse. Il messaggio, che viene ancora una volta rilanciato da papa Francesco nelle varie circostanze – sia con la scelta dei luoghi e degli incontri, sia con gli espliciti interventi verbali – è quello della ricerca della vera pace attraverso la solidarietà e la giustizia che, sole, possono “distruggere le divisioni”, purtroppo sempre incombenti e fonte di lacerazioni e di violenze.

Nel pieno della “Settimana” ecumenica, il Papa ci fa comprendere che questa dimensione intra-cristiana non può prescindere dall’attenzione verso tutte le altre comunità umane di credenti o non credenti perché a tutte è destinato il messaggio di amore e di salvezza portato da Cristo. D’altra parte, proprio un’intensificazione dell’unità tra i cristiani può diventare esempio e garanzia di un’unità più grande fra tutti gli uomini. I cristiani, infatti, confidando nella “potente mano” del Signore – come ricorda il tema della “Settimana” – non possono lasciarsi intimorire dalla violenza e dal terrorismo, né da qualsiasi altra forza di ingiustizia e di oppressione, ma li affrontano “indossando l’armatura del vangelo della pace e della giustizia per rispondere al male con il bene, all’odio e all’inimicizia con l’amore”, facendosi carico del “grido dei poveri”. Così si esprimono nel loro messaggio per l’annuale appuntamento di gennaio (dal 18 al 25) i rappresentanti delle Chiese cristiane in Italia.

Proprio per sviluppare maggiormente questa missione e renderne più efficaci l’impegno e la testimonianza comuni, viene annunciata l’istituzione ormai imminente della “Consulta ecumenica delle Chiese cristiane presenti in Italia”, per la cui realizzazione si incontreranno membri delle diverse Chiese il 12 febbraio. Un segnale eloquente di unità e di fattiva collaborazione in un mondo – anche appunto nella nostra nazione – in cui sembra prevalere la divisione: lo scissionismo come fuga, la contrapposizione come stile, l’esasperazione dei contrasti come predisposizione. In questo “mese della pace e dell’unità” cogliamo e poniamo segni positivi.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)