Lutto
Come dare una risposta all’interrogativo che tormenta il cuore dei genitori di Mattia e di tutti noi: che senso ha tutto questo? Solo la fede nel Signore può aiutarci a trovare una risposta, con la consapevolezza che la vita è un dono del quale dobbiamo essere responsabili ogni giorno. Ad aiutarci a capirlo potrà essere lo stesso Mattia, un Angelo che oggi ci sorride e ci guida dal cielo.
Come si fa a morire ad appena 9 anni, travolti da un’auto mentre si stanno attraversando le strisce pedonali davanti a casa? Come è possibile sopportare il dolore straziante per la perdita di un figlio, prima tanto desiderato e poi tanto amato? In tanti ci siamo posti queste domande dopo l’assurda tragedia della frazione Ponte Carate, che ha strappato il piccolo Mattia all’affetto dei suoi cari e delle tante persone che gli volevano bene. L’intera comunità di San Genesio, a partire dal sindaco Cristiano Migliavacca e dal parroco don Antonio Razzini, si è stretta con grande affetto attorno alla famiglia del bambino. I genitori di Mattia, dal canto loro, hanno offerto una dimostrazione di straordinario amore, acconsentendo all’espianto degli organi vitali del loro adorato figlio: un gesto che ha permesso di salvare altre vite.
È meraviglioso toccare con mano l’attenzione verso il prossimo di persone così duramente provate dalla vita. Ed è bello vedere una comunità capace di ritrovarsi tanto unita in un momento così difficile. Sono segnali che confortano, anche se non possono certamente rendere più lieve una sofferenza così grande.
Come dare una risposta all’interrogativo che tormenta il cuore dei genitori di Mattia e di tutti noi: che senso ha tutto questo? Solo la fede nel Signore può aiutarci a trovare una risposta, con la consapevolezza che la vita è un dono del quale dobbiamo essere responsabili ogni giorno. Ad aiutarci a capirlo potrà essere lo stesso Mattia, un Angelo che oggi ci sorride e ci guida dal cielo.
(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)