Analisi
L’indagine, presentata a Roma al “Salone della creatività Made in Italy”, in occasione della consegna dei premi per l’innovazione Oscar Green, mette in luce le difficoltà in cui si dibattono i nostri ragazzi in cerca di occupazione: trentenni che vivono ancora, nel 2018, con la paghetta dei genitori o di altri parenti, giovani costretti ad andare all’estero o altri che “sognano” un posto da spazzino… ma quando tutto sembra perduto, ecco che nascono imprese agricole innovative
Giovani che in un anno bussano a 14 porte diverse, ma per loro nessuna si apre. E così uno su tre sceglie di lasciare tutto e andare via, all’estero. Trentenni che vivono ancora, nel 2018, con la paghetta dei genitori o di altri parenti. Ragazzi che “sognano” di fare lo spazzino. Sono le prospettive che emergono dalla prima analisi Coldiretti/Ixè su “I giovani italiani, la vita e il lavoro”, presentata, venerdì 26 gennaio, al “Salone della creatività Made in Italy” in occasione della consegna, a Roma, dei premi per l’innovazione Oscar Green. Laddove le possibilità non ci sono, arriva, però, la loro intraprendenza. Sono nate in questo modo iniziative imprenditoriali innovative. Come quella di Martina Vicini, 22 anni, che a Solbiate (Como) segue sul suo smartphone, durante le lezioni universitarie, l’andamento della mungitura delle mucche in una stalla hi-tech. Oppure come quella di una cooperativa giovanile veneta, che ha realizzato uno snack a base di melograno conservato in un packaging ricavato dallo scarto dello stesso frutto.
Quattordici “porte chiuse” all’anno. I giovani impegnati nella ricerca attiva del lavoro hanno presentato, nell’ultimo anno, in media 14 curriculum senza successo, ma una percentuale del 34% per rassegnazione e sfiducia non ha inviato alcuna domanda di assunzione o lavoro. Il 5%, secondo la rilevazione di Coldiretti, avrebbe ricevuto oltre 50 tra risposte mancanti o negative di fronte alla richiesta di lavoro. Numeri che inducono il 72% dei giovani under 35 a credere che il lavoro si trovi grazie alle raccomandazioni. Con una conseguenza precisa: il 34% dei giovani ascoltati si dice disposto a cambiare nazione per trovare un impiego, mentre il 22% è convinto che il suo futuro sarà all’estero. Per inseguire il miraggio di un lavoro, c’è anche chi è disposto a rinunciare ad affetti, ambizioni o tutele, magari cambiando città (46%), accettando uno stipendio di 500 euro al mese (lo farebbe il 25%), ma anche facendo un lavoro completamente diverso rispetto all’obiettivo (48%). Solo il 22% dei giovani ha un impiego coerente con gli studi compiuti.
Un trentenne su tre vive con la paghetta. Più di un trentenne italiano su tre, nel 2018, vive con la paghetta dei genitori o dei nonni, che sono costretti ad aiutare i giovani fino in età avanzata. Secondo l’indagine Coldiretti, il 68% dei giovani italiani vive in famiglia, “dove cerca però di rendersi utile”. Tra quanti abitano con i genitori, il 77% si impegna nei lavori domestici e il 63% fa la spesa. Tutto ciò nonostante solo meno della metà dei ragazzi dichiara di stare in una famiglia dove le condizioni economiche consentono di vivere agiatamente o serenamente, mentre nelle case del restante 47% dei giovani intervistati si riescono a pagare appena le spese e nel 5% non bastano neppure per l’indispensabile.
I sogni dei giovani… nella spazzatura. Nel 2018 più di un giovane senza lavoro su due, il 56%, accetterebbe un posto di lavoro da spazzino che, da emblema dei lavori meno ambiti, è diventato nel tempo della disoccupazione record un “lusso” per gli italiani under 35 disoccupati. Tanto da essere preferito a un lavoro nei call center, da badante o da dog sitter. “I giovani italiani sono diventati sempre più flessibili e disposti a fare lavori meno gratificanti pur di riuscire a mantenersi in un contesto in cui il tasso disoccupazione giovanile è del 32,7%”, si legge nel rapporto Coldiretti. Tra le altre occupazioni più “ambite”, la consegna del cibo a domicilio e quella del dog sitter, preferita al pony express. Il posto fisso rimane il “sogno proibito” dal 62% dei giovani.
Aumenta il numero delle imprese agricole. Cresce del 9% il numero di imprese agricole italiane, condotte da under 35, che vedono nel cibo Made in Italy nuove e interessanti prospettive di futuro, portando
l’Italia al vertice in Europa per numero di aziende condotte da giovani.
Il nostro Paese con 53.475 imprese agricole italiane, condotte da under 35, è quello che in Europa presenta il maggior numero di giovani impegnati in agricoltura. “Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese di giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”. Il risultato è che, secondo Coldiretti, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
I progetti innovativi delle imprese. Quando tante porte si sono chiuse davanti a loro, diversi giovani hanno aguzzato l’ingegno e hanno guardato oltre. Così qualcuno ha inventato la prima vernice di pomodoro in alternativa a quelle sintetiche. Qualcun altro ha lanciato il primo sale spray aromatizzato, che insaporisce ma con un bassissimo contenuto di sodio. Tra le altre innovazioni nel settore agricolo, l’esperienza imprenditoriale nata dall’idea di produrre il cuscino del benessere, che contiene una miscela di semi di cereali capaci di assorbire calore e di rilasciarlo lentamente per aiutare a rilassare i muscoli, riscaldare il letto, o assorbire i traumi. Quattro amici invece, sfidando il mare e la concorrenza, hanno inaugurato il primo take away marino realizzando gli aperitivi direttamente in barca: cucinando quello che da tutti è considerato pesce di scarto e che molti pescatori hanno rinunciato a portare a terra. Lo valorizzano con la cucina a bordo, secondo le tradizioni liguri, attraverso hamburger di pesce, frittura mista e insaccati di pesce, tutti proposti come finger food, direttamente sulla barca. Sul modello del commercio elettronico, è stato realizzato anche il primo mercato agricolo online, che mette in contatto produttori e consumatori e organizza consegne a domicilio.