Olimpiadi invernali / 8

Lettere da PyeongChang. Carissima Michela, il brivido della beatitudine ci attraversa…

Michela Moioli, medaglia d’oro nello snowboard, è l’ottava destinataria delle “Lettere da PyeongChang” del direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport. “Ho scritto a lei – spiega don Gionatan in un’intervista al Sir – perché lo spettacolo della sua gara mi ha fatto provare il gusto delle acrobazie”

(Foto d'archivio)

PyeongChang, 16 febbraio 2018

È l’ottavo giorno di Giochi olimpici a PyeongChang. Chiediamo a don Gionatan a chi vorrebbe scrivere oggi la sua lettera.

Oggi ho deciso di scrivere a Michela Moioli, protagonista della finale di showboard. Ho scritto a lei perché lo spettacolo della sua gara mi ha fatto provare il gusto delle acrobazie!

Dicci cosa scriveresti a Michela…

Carissima Michela (*),

che spettacolo il modo in cui hai scelto di esprimere i tuoi talenti: lo snowboard! Uno sport spettacolare dove l’adrenalina scorre veloce e i battiti si agitano nel petto… e non solo in quello di chi, come te, lo esegue ma anche in quello di chi, come noi, lo guarda. E vedere quei salti nel vuoto dove la forza di gravità sembra per un attimo svanire ci porta a sollevare – fosse anche per un attimo – i sogni nel vuoto dell’attesa, dove la forza di gravità delle difficoltà sembra svanire… e anche l’impossibile sembra possibile.

La pista che ti ha vista protagonista è piena di dossi, di insidie, di curve… quanto è simile alla vita! Anche noi, come te, ce li troviamo davanti: i dossi dei problemi che sorgono, le insidie di chi aspetta un nostro errore per vederci stesi, le curve dei cambiamenti di velocità che ci attendono.

Ma… è necessario saper saltare, magari canticchiando le parole di Raf: “L’aria quassù ha odore di neve scenderò lieve anch’io come lei. Rotolerò like a rolling stone staccherò a volo di falco e così salto nel blu a testa in giù evitando di toccare il fondo. Poi di colpo su nel cielo blu legato dalla vita lancio la mia sfida con un grande salto”. Sì, Michela, anche per noi ogni salto è una sfida!

È la sfida della vita che ci attende per assistere allo spettacolo dell’unicità che mette in luce le grandi potenzialità. È la sfida della vita dove ogni nome porta novità nel dare al mondo il meglio che ha. È la sfida della vita che si fa racconto di follie che si stampano in pagine belle di storie mozzafiato.

Ma… è necessario saper fare acrobazie, magari scanzonando le parole dei Negrita: “È il tuo biglietto per le stelle quello lì davanti a te! Ne vedrai di belle ma resta speciale, non ti buttare via! Avrai clessidre senza sabbia e reti per le acrobazie, resta ribelle, non ti buttare via!”. Sì, Michela, anche noi a modo nostro siamo acrobati ribelli! E non sono acrobazie di non senso o di inutilità, ma acrobazie dove sciogliere le nostre catene e darci la possibilità di crederci che anche noi possiamo lasciare il segno e procurare un brivido di emozione calda.

Sono acrobazie, le nostre, dove raccontare la voglia di restare ribelli non col muccio al naso del capriccio, ma con gli elastici ai piedi di chi vuole raccontarsi senza freni e senza pregiudizi… dandoci la possibilità di non arrenderci di fronte alle difficoltà ma di ribellarci di fronte ad ogni dose di cattiveria dando adrenalina al nostra dare vita con allegria.

Ma… è necessario saper cadere in piedi, magari cantando a squarciagola insieme a Max Pezzali: “Credi, non si è mai finito di cadere e di rialzarsi in piedi, non si è mai grandi abbastanza nella vita. Poi un giorno ti rendi conto che esisti e che non c’è nessuno uguale a te. E il latte versato non è sprecato ed il peccato è solo piangerne. E tu vuoi correre. E tu vuoi vivere. E tu vuoi scegliere. E tu vuoi combattere”. Sì, Michela, vorremmo anche noi restare in piedi dopo ogni salto… o rialzarci dopo ogni intoppo!

Cadere in piedi dopo ogni fallimento dove la nostra miseria sembra aver vinto la prima batteria, ma poi si può superare con un salto del vuoto delle possibilità e darsi una spinta di misericordia per far vincere la nostra bellezza e unicità!

Ma… è necessaria la tavola! Sarà la tavola della legge nuova dove il brivido della beatitudine ci attraversa. È la tavola dove riceviamo il dono dell’Infinito in noi e ci da la spinta giusta per un salto nella felicità attraversando un mare di lacrime e un cielo di sogni, portando a casa un grande risultato: dare volto all’amore!

(*) Michela Moioli, snowboarder specializzata nel snowboard cross