Educazione
I nostri giovani hanno tutto il diritto di ritrovarsi la sera e divertirsi. Ed è bello che Pavia, grazie alla presenza dell’Università, sia popolata da tanti ragazzi. Ma, lo ripetiamo, esistono regole di buon comportamento che vanno rispettate
Prima era soprattutto fastidiosa. Urla e schiamazzi notturni che disturbavano il sonno di tante persone residenti nel centro storico di Pavia (ma anche in altre zone). Adesso è degenerata, diventando addirittura violenta. Il fenomeno della “mala movida” si estende in maniera preoccupante. Già è insopportabile accettare che piazze e vie della città vengano trasformate, in alcune sere della settimana, in discoteche a cielo aperto, con musica a volume insopportabile e comportamenti spesso oltre il limite della decenza (basta fare due passi in Piazza Duomo il giovedì mattina per rendersene conto). Ma se si arriva al punto di trascendere in pestaggi e risse, come è avvenuto recentemente in Piazza Vittoria e in alcune vie adiacenti, significa che il problema è ancora più grave.
Va bene la politica del dialogo proposta nei mesi scorsi dal Comune, con la presenza in centro di un camper con a bordo psicologi e altri esperti pronti a parlare con i giovani. Ma oggi questa strategia non è più sufficiente. Anche il sindaco Massimo Depaoli ha chiesto una maggiore presenza delle forze dell’ordine in centro per prevenire nuovi incidenti. Sarebbe un grave errore catalogare gli episodi avvenuti come banali “ragazzate”. I nostri giovani hanno tutto il diritto di ritrovarsi la sera e divertirsi. Ed è bello che Pavia, grazie alla presenza dell’Università, sia popolata da tanti ragazzi. Ma, lo ripetiamo, esistono regole di buon comportamento che vanno rispettate. Gli ultimi fatti poi sono da codice penale. Non c’è più tempo da perdere: bisogna intervenire con misure concrete.
(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)