Dopo il voto
L’impegno dei pavesi eletti in Parlamento e in Regione Lombardia deve, quindi, essere quello di lavorare concretamente per il rilancio della provincia di Pavia. Un obiettivo che deve chiamarli a “fare squadra”, superando gli steccati ideologici e le diverse appartenenze politiche
Ora che ci siamo lasciati alle spalle le elezioni, con l’incognita del governo a cui affidare la guida del Paese (un rebus che cercherà di risolvere il Presidente Sergio Mattarella), dobbiamo guardare al futuro. Un futuro che tocca da vicino Pavia. I temi emersi in campagna elettorale hanno confermato i gravi problemi che assillano il nostro territorio. Siamo stanchi di essere considerati l’ultima provincia dell’intero Nord Italia. L’impegno dei pavesi eletti in Parlamento e in Regione Lombardia deve, quindi, essere quello di lavorare concretamente per il rilancio della provincia di Pavia. Un obiettivo che deve chiamarli a “fare squadra”, superando gli steccati ideologici e le diverse appartenenze politiche.
La prima urgenza da affrontare oggi si chiama ambiente. Quanto è accaduto a Mortara e Corteolona ha sottolineato la necessità di intervenire con determinazione, per salvare le nostre città, i nostri paesi e le nostre campagne. Non possiamo più accettare di essere la “pattumiera” dell’Italia settentrionale.
L’altra questione, ampiamente dibattuta prima del voto, riguarda lo stato disastroso di strade e ponti: dalle parole, per favore, passiamo ai fatti. Nell’arco della nuova legislatura parlamentare (se durerà cinque anni…) ci piacerebbe tanto veder aperto il cantiere per la realizzazione del nuovo Ponte della Becca. Infine (ma certamente non ultimo in ordine di importanza) il problema del lavoro. Diamo una possibilità ai nostri giovani: evitiamo che Pavia (come in buona parte già è) si rassegni al triste ruolo di “città dormitorio”.
(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)