Dopo il voto
Adesso viene il “dopo voto” e qui…viene il bello!
Una cosa è certa: hanno vinto Di Maio e Salvini. Chiamiamolo voto della protesta o voto del cambiamento, come vogliamo, ma l’espressione chiara emersa dalle urne di domenica scorsa è quella di voler cambiare strada. “Oggi e’ iniziata la Terza Repubblica”, ha detto Di Maio commentando i risultati. Ci sentiamo di dargli ragione. È vero, il voto dei cittadini nell’urna è stato quello di voler iniziare un percorso totalmente nuovo.
Adesso, però, viene il “dopo voto” e qui…viene il bello!
Due le riflessioni in questo senso.
Anzitutto, a giudicare dalle prime avvisaglie dei due schieramenti usciti vincitori dall’urna, viene il sospetto che questa Terza Repubblica sia già tentata di usare logiche e strategie dalle due precedenti, in quanto già si parla di abboccamenti, di inciuci, di ipotetiche alleanze costruite per governare. Ed è inevitabile che se il primo obiettivo, a tutti i costi, è quello di occupare in fretta il potere, la strategia non potrà che essere quella delle promesse e scambio di poltrone.
È inevitabile, si dirà, perché questa legge elettorale sembra fatta apposta per gli inciuci, in quanto era facile prevedere che nessun partito o schieramento avrebbe raggiunto il fatidico 40 per cento con il conseguente premio di maggioranza.
Ecco allora la seconda riflessione.
Non è che questa legge elettorale sia stata fatta apposta per “salvare il salvabile” prevedendo lo scossone della protesta? I cosiddetti “marpioni della politica”, in vista della forte tempesta elettorale, nella loro diabolica mente hanno certamente studiato il modo per essere “ripescati” o almeno “interpellati” dopo una tempesta (culturale e politica prima ancora che di voti) che li avrebbe spazzati via.
Così, quei “riciclaggi”, “cambi di casacca”, “discorsi nuovi” che avevamo visto nei passaggi dalla “prima alla seconda repubblica” correremmo il rischio di ritrovarli anche in questo ipotetico passaggio dalla seconda alla terza.
Al di là delle convinzioni politiche, prima ancora di parteggiare per un partito o per un altro, a questo punto, vorremmo fare un appello a Salvini e Di Maio: abbiate la forza di essere fedeli ai “mandati” che gli elettori vi hanno dato, che per entrambi ha un denominatore comune: il cambiamento!
Il cambiamento parte da una rivoluzione ma forse ha bisogno anche di alcuni passaggi e un po’ di pazienza. Per questo dovete anzitutto resistete a tutte le lusinghe e alle tentazioni di potere, ma siate fedeli a quello che vi hanno chiesto i vostri elettori, a costo di allearvi, perché così almeno un punto comune con i vostri elettori l’avete: quello di voler cambiare. Se cedete alle lusinghe di volerlo fare subito, tutto potrebbe essere vanificato dalle stesse logiche contro le quali avete combattuto e vi siete presentati ai vostri elettori.
(*) direttore “L’Araldo lomellino” (Vigevano)