Editoria
La Libreria editrice vaticana pubblica, nel quinto anniversario di pontificato, una collana di volumi in cui 11 teologi riflettono sul magistero del Santo Padre. Per il responsabile editoriale della Lev, “il Vaticano esiste soltanto per servire la Chiesa, con le sue ricchezze e le sue povertà. Come casa editrice vogliamo generare cultura e aiutare i fedeli a riconoscere la presenza di Dio nella vita di ogni giorno”
“Non vogliamo soltanto portare Roma nel mondo, ma il mondo a Roma”. Padre Giulio Cesareo, responsabile editoriale della Lev (Libreria editrice vaticana), è da pochi mesi alla guida della casa editrice del Papa: “Dobbiamo far conoscere ciò che è dimenticato, i semi di santità sparsi ovunque, le riflessioni magari non ancora avviate nei nostri ambienti. Diffondere il ministero del Santo Padre nel mondo e, al contempo, fare arrivare a Roma quello che la Chiesa produce in ogni luogo”. Tra i più importanti progetti editoriali finora avviati, la collana dedicata a “La Teologia di Papa Francesco” che esce nel quinto anniversario di pontificato. “È tempo di cogliere qualche frutto”, spiega.
Perché chiedere a 11 teologi di fama internazionale di ragionare insieme su un tema del genere?
La sollecitazione è venuta da mons. Dario E. Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, con l’obiettivo di approfondire il magistero di Francesco. Tantissimi infatti amano il Papa, ma ci sono persone anche all’interno della Chiesa che non lo apprezzano.
Una delle accuse principali che gli viene rivolta è che il suo magistero sia simpatico e attraente, ma non profondo e radicato.
Abbiamo chiesto a teologi di grande spessore che ci aiutassero a comprendere le radici del magistero del Papa e le prospettive che apre. “Siamo nani sulle spalle di giganti”, dice Bernardo di Chartres. Non possiamo fermarci al magistero di Francesco, lui fornisce le linee da seguire ma la Chiesa e la teologia vanno avanti. Il suo magistero deve essere un impulso per tutti noi.
Si conosce più l’approccio pastorale del Papa, rispetto al contenuto teologico. Cosa emerge dalle riflessioni contenute nella collana?
I volumi sono nati come un contributo per il fedele medio, non sono stati pensati per un pubblico specialistico. Hanno un linguaggio semplice, profondi ma divulgativi. Sono agili nel numero di pagine, affinché si possano leggere anche in metropolitana. I teologi mostrano, ciascuno alla sua maniera, che
nessuna delle parole del Santo Padre è superficiale, ma è direttamente attinta al tesoro sapienziale della Chiesa
che circola in mezzo a noi attraverso la liturgia, la preghiera, gli incontri. Anche chi non studia, può nutrirsi della sapienza degli altri.
Jurgen Werbick, Lucio Casula, Peter Hünermann, Roberto Repole, Carlos Maria Galli, Santiago Madrigal Terrazas, Aristide Fumagalli, Juan Carlos Scannone, Marinella Perroni, Piero Coda, Marko Ivan Rupnik. Come sono stati scelti i teologi?
Il desiderio era dare un’impronta ecclesiale all’opera, non chiuderla soltanto ai sacerdoti o ai religiosi che riflettevano sul loro stesso mondo. Volevamo mostrare che il pensiero del Papa ha una ripercussione su tutta la Chiesa a livello geografico, di genere, di appartenenza ecclesiale, di età.
La Lev sceglie di pubblicare una collana con un approccio divulgativo e rivolgendosi al grande pubblico. Sarà una tendenza anche per il futuro?
Credo proprio di sì. Siamo la casa editrice del Santo Padre. Lo scopo del Vaticano è di essere al servizio della Chiesa. Il Vaticano esiste soltanto per servire la Chiesa, con le sue ricchezze e le sue povertà. Come casa editrice
vogliamo generare cultura e aiutare i fedeli a riconoscere la presenza di Dio nella vita di ogni giorno.
Se il Vaticano serve per la Chiesa, la Lev serve perché tutti i credenti possano attingere al tesoro della salvezza come insegnamento. Una casa editrice ha questa vocazione. Dare a tutti noi battezzati l’amore di Dio.
Lei è da poco tempo responsabile della Lev. Come immagina i prossimi anni dell’editrice?
Devo ancora scoprire tante cose. Siamo una casa editrice di grande prestigio e forza. Il mio predecessore, don Giuseppe Costa, ha fatto emergere la Lev tra le editrici più importanti nel mondo cattolico. È stato un risultato importante, che ha accresciuto la nostra rilevanza nei consessi internazionali e nelle fiere. Eredito una situazione vantaggiosa, non devo lottare per spiccare. Ma desidero che ci sia una sempre maggiore corrispondenza tra il contenuto e il modo di fare i libri. Se quello che facciamo è per la vita della Chiesa, allora anche il lavoro che porta alla redazione dei libri deve essere all’insegna della comunione e del rispetto dell’altro.