Elezioni
Il nuovo ’48 deve cominciare dal lavoro. Del resto la Costituzione, di cui quest’anno, celebriamo il settantesimo (era proprio il ’48!), inizia così: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”
È stato un quarantotto. Le elezioni del 4 marzo scorso hanno segnato un ribaltamento generale del quadro politico. Ma siamo anche a un nuovo ’48, cioè ad un nuovo inizio della storia politica italiana.
Come leggere i dati della vittoria dei Cinque Stelle, dell’affermazione del Centrodestra, soprattutto della Lega? Non voglio insistere sugli elementi negativi di questo risultato, che pur ci sono. Voglio cogliere motivazioni più profonde e in un certo senso oggettive, per il rispetto che si deve ai cittadini italiani.
Guardando la cartina geografica del risultato elettorale, vediamo un Nord dove domina il Centrodestra e un Sud dove dominano i Cinque Stelle. Coincide perfettamente con il Paese dove il lavoro c’è e crea sviluppo (il Nord) e dove il lavoro manca e la disoccupazione giovanile è ai massimi storici (il Centrosud).
Insomma la chiave di lettura dei risultati elettorali è il lavoro. E possiamo ben dire che al Nord i cittadini hanno premiato chi è riuscito a portare sviluppo e al Sud hanno protestato dove tale sviluppo non c’è. La conferma viene dai risultati per il governatore della Lombardia, regione leader in campo europeo: i cittadini hanno premiato la linea dei precedenti governi, eleggendo Attilio Fontana (i Cinque Stelle sono fuori).
E così la storica spaccatura tra Nord e Sud si è accentuata ancor più. In maniera eclatante e drammatica. Tutto ciò dice che il nuovo ’48 deve cominciare dal lavoro. Del resto la Costituzione, di cui quest’anno, celebriamo il settantesimo (era proprio il ’48!), inizia così: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
Quali scenari di governo si prospettano ora? Nessun partito o raggruppamento ha una maggioranza utile per guidare il Paese. Saranno necessari accordi.
Al proposito si sono scatenate un sacco di ipotesi. Io ne vedo una a portata di mano: la Große Koalition (la Grande coalizione) di Angela Merkel. Un’alleanza fra il Centrodestra e il Partito democratico che potrebbe ben operare per portare lavoro. La somma dei numeri darebbe una maggioranza tranquilla (alla Camera 260+112 seggi a fronte dei 316 necessari; al Senato 135+57 a fronte di 157 necessari). La Merkel ha guidato la Germania due volte su tre con la Große Koalition (la Cdu/Csu, Unione Cristiano-Democratica di centrodestra, assieme alla Spd, Partito socialdemocratico di centrosinistra) e la governerà ancora una volta. Potrebbe succedere anche in Italia. E il leader? Facciamo un totopremier? Per parte mia il nome l’ho scritto su un foglio e lo conservo in busta chiusa. Quando sarà il momento vedremo se avrò avuto ragione.
(*) direttore “Il Torrazzo” (Crema)