Cinema
Anticipazioni della Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) della Cei su tre film in uscita dal 12 aprile. Giraldi: “Storie di famiglie, relazioni e ricerca di senso”
Tra i titoli cinematografici in uscita in sala dal 12 aprile, ecco tre film visti in anteprima dalla Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) della Cei e dal Sir: il francese “La casa sul mare” e le opere italiane “Io sono tempesta” e “Il cratere”. Film di cui si pubblicano le anticipazioni delle schede pastorali che saranno disponibili sul portale Cnvf.it da giovedì. A commentare le opere è Massimo Giraldi, presidente della Commissione film della Cei.
Lo sguardo nostalgico di Guédiguian ne “La casa sul mare”
È stato uno dei titoli europei più interessanti in concorso alla Mostra d’arte internazionale del cinema di Venezia 2017 “La casa sul mare” di Robert Guédiguian. Il regista francese scrive e dirige una storia di dinamiche familiari, poetica e malinconica, sul crinale di un mondo prossimo al cambiamento. “Ho avuto il privilegio allo scorso Festival di Venezia – dichiara Giraldi – di essere parte della Giuria del premio cattolico internazionale Signis. E immediato è stato l’apprezzamento di tutta la Giuria per il film di Guédiguian, che accompagna lo spettatore a cogliere attraverso una riunione familiare sulle coste della Francia lo spirito della società del tempo. I protagonisti si siedono al tavolo dei ricordi, passando in rassegna passioni e lotte di gioventù, di un’epoca ormai al tramonto, che lascia spazio a problematiche nuove e disorientanti”. Il regista Guédiguian, sottolinea ancora Giraldi, “è bravo nel tratteggiare atmosfere dolci e nostalgiche, potendo contare su attori affidabili e raffinati. Su tutti va ricordata la protagonista Ariane Ascaride, intensa e misurata”. Il film dal punto di vista pastorale è da considerare complesso, problematico e adatto per dibattiti.
La ritrovata ironia sociale di Luchetti in “Io sono tempesta”
Daniele Luchetti è un autore capace di coniugare registro comico e sguardo sociale intenso. Negli anni è divenuto celebre per alcuni titoli: “La scuola” (1995), “Mio fratello è figlio unico” (2006), “La nostra vita” (2010) e “Chiamatemi Francesco” (2015), quest’ultimo dedicato alla vita di Papa Francesco. Esce ora in sala “Io sono Tempesta”, una storia di un cinquantenne arrivato professionalmente, ma povero e disperso sotto profilo valoriale e familiare. Una condanna ai lavori socialmente utili lo spingerà a un confronto forzato con se stesso. “Luchetti è una garanzia”, commenta il presidente della Commissione film della Cei. “In ogni suo film ritroviamo, dosate con padronanza, ironia e critica sociale nel raccontare il mondo di oggi”. In “Io sono tempesta”, continua Giraldi, “l’attore Marco Giallini rende bene il faccendiere senza scrupoli, dal cinismo quasi simpatico e accattivante: è un uomo centrato su se stesso, solo, che con un espediente comico-tragico ha l’occasione per registrare il proprio stile di vita. Luchetti nella narrazione però non fa sconti a nessuno, e al di là del sorriso (amaro), compone un quadro senza vincitori, mesto e rassegnato”. Dal punto di vista pastorale, il film è certamente complesso e problematico, interessante per dibattiti.
“Il cratere” l’immobilismo dell’ascensore sociale
Sono due autori quarantenni che hanno partecipato alla 32ª Settimana internazionale della critica alla Mostra del cinema della Biennale di Venezia, Silvia Luzi e Luca Bellino, che con il film “Il cratere” raccontano una periferia oltre Napoli, dove si annidano sogni di riscatto. Il racconto ci presenta una ragazza preadolescente, Sharon, che con suo padre scommette sulle sue doti canore per affermarsi nella musica e, dunque, attivare quell’ascensore sociale tanto atteso. “Il cratere” segna il passaggio “dal documentario al lungometraggio di finzione per i due registi”, puntualizza così Giraldi. “L’opera ha un’indubbia carica sociale, cogliendo l’affanno delle vite che abitano ai margini, che si mettono in gioco per cogliere l’onda del successo e scivolare via in mare aperto, verso un orizzonte più roseo. Il film resta comunque su un binario controllato, attento a non lasciarsi andare al dramma più cupo, come quello di ‘Rosetta’ dei fratelli Dardenne”. Nell’opera, conclude il presidente della Cnvf, “il calore della musica neomelodica rappresenta un potente ancoraggio contro il deragliamento, sia della protagonista che del registro del film. Luzi e Bellino dirigono attori esordienti con sguardo neorealista che convince e piace, in attesa di una maturità più solida”. Dal punto di vista pastorale, anche questo film è complesso e problematico, utile per approfondimenti.