Ambiente

Ecologia: mons. Pompili (Rieti), “da Nord a Sud, crescono le comunità “Laudato si'”

Dopo la presentazione il 16 marzo a Roma, sale il numero delle comunità “Laudato si’”, promosse dalla diocesi di Rieti e da Slow Food. Da Roma a Enna, da Belluno a Catania, passando per Rieti, Moncalieri, Bologna, Bergamo e altre città italiane, le comunità “Laudato si’” sono un modo “pratico, concreto, possibile” per fare dell’ambiente e dell’ecologia integrale uno stile di vita secondo i principi dell’enciclica di Papa Francesco. Le parole di mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che da Accumoli, terra segnata dal terremoto del 24 agosto 2016, torna a lanciare la proposta.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Un modo concreto per dare seguito all’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”, pubblicata quasi tre anni fa e un’occasione per riproporre a tutti quelli che condividono lo spirito e i principi dell’enciclica di impegnarsi sul fronte ambientale”.

Mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, torna a parlare delle comunità “Laudato si’” promosse dalla diocesi reatina e da Slow Food, l’associazione internazionale no profit “impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi”. E lo fa da Accumoli, uno dei centri maggiormente colpiti, insieme ad Amatrice, dal terremoto del Centro Italia del 24 agosto 2016, dove si è recato nei giorni scorsi in occasione delle festività pasquali.

“È importante per noi che viviamo in questo ambiente che è ancora segnato dalle ferite del terremoto avere la possibilità di rinascere stabilendo un nuovo rapporto con il mondo circostante. Ma diventa anche l’occasione per riproporre a tutti quelli che condividono lo spirito e i principi dell’enciclica di impegnarsi su questo fronte”.

Le comunità “Laudato si’” sono state presentate lo scorso 16 marzo in una conferenza stampa cui ha partecipato anche il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini. Scopo di ogni Comunità è “diffondere in piena autonomia” l’educazione ai temi dell’ecologia integrale, della giustizia sociale e della solidarietà attraverso eventi, conferenze, laboratori, corsi, pubblicazioni, scambi e iniziative sul territorio. L’adesione è libera e spontanea, aperta al mondo laico come a quello cattolico. L’iniziativa, afferma mons. Pompili, “che ha già riscosso decine di adesioni, dal Nord al Sud dell’Italia e anche in qualche Paese estero, si prefigge per i primi tre anni di dare anche un contributo per la costruenda “Casa Futuro” ad Amatrice. Sarà un centro studi internazionale dedicato alle tematiche ambientali e alle loro ricadute sociali”. Comunità sono nate a Rieti e Moncalieri, altre a Bologna, Ferrara, Novara, Belluno, Bergamo, Torino, Alessandria-Casale Monferrato, Viterbo-Orte, Roma- Castel Gandolfo, Roma- Capodarco -Torre Spaccata, Ragusa, Catania, Paternò e Enna-Pietraperzia. “Ciò che è più importante – rimarca il vescovo – è che

si creino gruppi di persone che hanno voglia di fare dell’ambiente e dell’ecologia integrale il loro punto di vista privilegiato”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Da una terra ferita. Un tema molto a cuore a mons. Pompili e al fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, come da entrambi ripetuto nella conferenza stampa di presentazione a marzo scorso. “Partiamo da una terra ferita dal terremoto e che attende impazientemente di essere rigenerata. Uso il termine rigenerazione – aveva sottolineato il presule – e non ricostruzione perché in questi mesi abbiamo già maturato qualche sospetto sul tempismo e sulla capacità di ricostruzione”. La novità della “Laudato si’”, per il vescovo di Rieti, “è quella di aver messo in stretta connessione il tema della giustizia sociale con quello dell’ecologia sin qui trattatati in modo separato. La provocazione di Laudato si’, non ancora del tutto recepita è nell’idea che la visione ecologica dell’ambiente implichi una relazione a più vettori con il Creato, con le persone e con Dio, cioè una visione olistica. Siamo convinti che qui tutto è connesso e che

non sarà possibile rigenerare questo territorio se non riuscendo a mettere in relazione tra di loro le persone, le persone con l’ambiente

che potrà essere vissuto e non desertificato, a condizione che si facciano delle proposte eco-sostenibili. Le Comunità Laudato si’ sono un modo pratico, concreto, possibile che proponiamo a chi vorrà essere della partita”.

Istituto “Don Minozzi” (foto SIR/Marco Calvarese)

Per Petrini “non c’è dubbio che il riferimento più forte dal punto di vista ambientale, ma anche nell’ottica di una diversa economia, sia in questi anni la Laudato si’. Queste comunità sono chiamate a fare in modo che le tematiche di questo straordinario documento prendano corpo attraverso una mobilitazione nell’educazione, nelle buone pratiche, nella condivisione, nella capacità di fare rete mantenendo le proprie identità e adattando i propri obiettivi a quelli specifici dei territori”.

Obiettivi che verranno perseguiti dalla rete “all’interno di un percorso aconfessionale, trasversale e aperto a tutti perché tutti siamo ugualmente fratelli su questa terra, che è la nostra madre”. Le Comunità potranno formarsi a partire da esperienze già presenti (associazioni, parrocchie, condotte di Slow Food) oppure organizzate allo scopo, sono realtà associative “leggere”, non hanno statuti ma si chiede la semplice adozione di alcune linee guida. È importante comunicare la propria adesione all’indirizzo info@comunitalaudatosi.org o al numero telefonico 3888881848 per ricevere aggiornamenti, newsletter e supporto. Tutti i dettagli sono sul sito https://comunitalaudatosi.org/