Conflitti
La pace non è semplicemente assenza di guerra. È la capacità di costruire un progetto che faccia crescere se stessi e gli altri all’interno di una comunione feconda. Se si vive la pace si è in armonia con se stessi e con gli altri
Gli eventi nazionali ed internazionali più recenti hanno attirato fortemente l’attenzione di tutti. Le pagine dei più noti giornali e le televisioni tutte hanno dedicato ampio spazio prima alla problematica del possibile nuovo governo e poi al bombardamento che ha subito la Siria ad opera di americani, inglesi e francesi. Non entriamo di proposito in merito ai fatti di cronaca, dal momento che solo chi non ha voluto non ha avuto informazioni. Vero è che le informazioni che vengono offerte a noi dai mezzi di comunicazione sono frutto di letture, a volte anche diverse, di chi ha visto direttamente o da chi riferisce alla luce di quanto emerge da tutto un contesto internazionale. Una cosa è certa: non finiremo mai di discutere e lottare per la pace perché l’egoismo umano, sia quello espresso dal singolo che quello manifestato da una collettività, tende sempre a prevalere, a volte anche con violenza.
“Pace” è una parola che è strettamente legata al vivere quotidiano. In tutti i contesti andiamo sempre alla ricerca di pace perché essa ci rende più umani, legandoci agli altri nel pieno rispetto della uguale dignità. Puntualmente, però, assistiamo a momenti in cui questa bella armonia si rompe, a volte si frantuma in modo tale da rendere decisamente difficoltosa la ricostruzione. La pace non è semplicemente assenza di guerra. È la capacità di costruire un progetto che faccia crescere se stessi e gli altri all’interno di una comunione feconda. Se si vive la pace si è in armonia con se stessi e con gli altri.
Le pagine della storia dell’uomo molto spesso ci mostrano eventi che dovrebbero farci riflettere al punto di non ripetere azioni delittuose che tolgono all’uomo tutta la sua umanità. La pace va costruita, mattone su mattone e ciascuno deve portare il suo mattone, a partire dalle grandi potenze, dagli uomini di governo fino al più piccolo. Grandi personaggi della storia hanno lottato e dato la vita per la pace dedicando la propria vita ad un’opera di sensibilizzazione e di coinvolgimento di intere comunità. Papa Francesco in tutti i suoi interventi ha promosso la pace invitando da una lato le grandi potenze ad utilizzare lo strumento della diplomazia e dall’altro invitando tutti gli uomini ad utilizzare il dialogo nel pieno rispetto della uguale dignità della persona umana. Noi speriamo che alla fine la ragionevolezza possa prevalere sull’egoismo prepotente e che le grandi nazioni possano trovare la via del dialogo al fine di ripristinare l’autonomia delle nazioni ed in questo caso della Siria. Questo processo di pacificazione certamente avrà maggior successo se si creerà una coscienza popolare nuova che conduca alla cultura della pace.
(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)