Politica

Cercasi Governo

Il clima generale non è di certo dei migliori. I vari schieramenti prendono tempo e cercano di smussare gli spigoli di una campagna elettorale fin troppo dura nei toni, nelle parole, nei modi.

(Foto: AFP/SIR)

Siamo alle prese con un secondo mandato esplorativo. Dopo quello affidato alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, andato a vuoto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha invitato il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, a compiere un altro giro di consultazioni.
Il clima generale non è di certo dei migliori. I vari schieramenti prendono tempo e cercano di smussare gli spigoli di una campagna elettorale fin troppo dura nei toni, nelle parole, nei modi.
L’esito delle elezioni regionali in Molise, con un arretramento del Movimento 5 stelle e una netta vittoria del centrodestra all’interno del quale la Lega non si conferma come primo partito, non aiuta una soluzione in tempi rapidi. Potrebbe, comunque, essere vero anche l’esatto contrario. Il fatto che l’elettorato si sposti con tanta facilità potrebbe fare comprendere a più di un leader in campo che nulla è acquisito una volta per tutte, specie in una fase così liquida come l’attuale.
La gente, il cittadino medio, quello che ogni giorno tira la carretta di questo Paese e poi si reca alle urne per esprimere una preferenza, si aspetta risposte rapide e concrete in modo da rimettere in carreggiata l’Italia con il resto del continente. E le attende in un momento in cui la debole ripresa parrebbe avviarsi su binari più che discreti. È vero che buona parte delle decisioni nazionali vengono assunte oltre confine. Ma è anche vero che il governo ha pur sempre un certo peso e può fare sentire la propria voce nelle sedi istituzionali, da Bruxelles fino a quelle più sovranazionali come la Nato e l’Onu, solo per citare le più note al grande pubblico.
Usciamo da un equivoco. È bene ricordarsi che qualunque governo ottenga la fiducia necessaria, sarà sempre un esecutivo con mandato parlamentare, come prevede la nostra Costituzione. È nelle Camere che occorre trovare la maggioranza. Il voto popolare, che non ha assegnato maggioranze in grado di stare in piedi da sole, ha detto con chiarezza che occorre dare vita a coalizioni per sostenere un esecutivo.
È inutile e stucchevole continuare a ripetere che l’esito del voto è stato chiaro. È stato chiaro nel non assegnare a nessuno una maggioranza in grado di non dover chiedere sostegni ad altri. Questo è stata la risposta inequivocabile giunta dalle urne del 4 marzo scorso. Gli schieramenti in campo sono tre, e ben definiti.
Le schermaglie fanno parte del gioco. In Germania ci sono voluti sette mesi per trovare un accordo tra le forze politiche. Speriamo non ci tocchi la stessa sorte. Anche perché noi non siamo come i nostri vicini tedeschi e di un governo sentiamo il bisogno.

(*) direttore “Corriere Cesenate” (Cesena-Sarsina)