Politica
Per guidare una nazione, sulle orme della Costituzione, e in questi tempi travagliati, occorre qualche garanzia in più. Che per ora sembra poter dare solo Mattarella, il quale ricorda a tutti che un Presidente del Consiglio deve presentare un “suo” programma e proporre ministri adeguati che passino al vaglio del Quirinale
Quando sembrava ormai fatta, è insorto ancora un inghippo che ha scombinato le carte di tutti… La nascita del governo più originale della storia della Repubblica può ancora attendere. Il nome prestigioso indicato al Presidente come futuro premier dai due leader “contraenti”, tale Giuseppe Conte, era dotato di un curriculum internazionale “gonfiato” e, per giunta, dal suo passato emerge anche un inopinato appoggio al metodo Stamina (per la cura delle malattie neurodegenerative), rivelatosi privo di fondamento scientifico (del resto in linea con l’antiscientificità di posizioni amiche…). Non proprio il massimo per guidare il governo di una nazione che non voglia rassegnarsi al ruolo di Cenerentola. E, a catena, l’irrigidimento di Di Maio nel confermare il nome; il sospetto che, in fondo, poteva essere uno stratagemma perché l’incarico alla fine arrivasse proprio a lui, il capo politico del M5S (con un curriculum certamente meno brillante, ma facilmente verificabile…); la reazione indispettita del concorrente Salvini a minacciare che se non si sta ai patti salta tutto e si torna alle urne – dove ha ragione di sperare di mietere successi, come risulterebbe dal trend di tutte le ultime tornate elettorali -, per altro anch’egli con uno “scheletro” in armadio, tale prof. Paolo Savona, dichiaratamente antieuro, proposto per il ministero dell’Economia… Senza dire dei “pre-giudizi” internazionali e della lievitazione dello spread ormai vicino ai 200 punti.
Insomma, un groviglio complicato, come complicato è stato tutto l’iter di questi 80 giorni trascorsi dal voto e soprattutto l’ultima fase di elaborazione del “contratto”. Che, però, ha goduto dell’approvazione quasi corale – oltre il 90% – nei gazebo della Lega e nella piattaforma ufficiale del M5S. Consultazione anch’essa originale per dire che il “popolo” è d’accordo! Ma, sorvolando sulla verificabilità dei risultati, non si potrà certo dire che le poche decine di migliaia di click e le poche centinaia di migliaia di firme ai gazebo possano rappresentare gli oltre 17 milioni di elettori che avevano premiato i due “vincitori”. E, per essere ancora più pignoli, non si può certo dire che questo popolo di elettori, al momento di votare M5S o Lega, intendessero, o anche solo lontanamente pensassero di varare un governo giallo-verde. Certo, è il proporzionale, bellezza!
Ma governare, poi, è una cosa seria. Ed è difficile, da come stanno andando le cose, allontanare l’impressione che qui siamo di fronte a dei dilettanti, che dovrebbero “studiare” ancora un po’ per diventare professionisti! Sì, è pur vero che occorre dare spazio al nuovo, privilegiare la spontaneità contro le ingessature, riporre più fiducia nei “giovani”… Ma, per guidare una nazione, sulle orme della Costituzione, e in questi tempi travagliati, occorre qualche garanzia in più. Che per ora sembra poter dare solo Mattarella, il quale ricorda a tutti che un Presidente del Consiglio deve presentare un “suo” programma e proporre ministri adeguati che passino al vaglio del Quirinale.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)