L'iniziativa del Papa
Il 7 luglio a Bari Papa Francesco si ritroverà insieme a molti Capi di Chiese e Comunità cristiane del Medio Oriente per pregare e riflettere sulla drammatica situazione di quella regione. Per i cattolici siriani sarà presente, in rappresentanza del patriarca greco-melchita, Youssef Absi l’arcivescovo greco-melchita di Aleppo, mons. Jean-Clement Jeanbart. Il Sir ha raccolto la sua testimonianza.
La voce della Siria e della sua città martire, Aleppo, simbolo di una guerra giunta oramai al suo ottavo anno, risuonerà forte all’incontro di sabato 7 luglio a Bari dove Papa Francesco si ritroverà insieme a molti Capi di Chiese e Comunità cristiane del Medio Oriente per pregare e riflettere sulla drammatica situazione di quella regione, dove, sono parole del Pontefice, “tanti nostri fratelli e sorelle nella fede continuano a soffrire”. La percentuale dei cristiani nel Medio Oriente è diminuita drasticamente nell’arco di un secolo: mentre rappresentavano il 20% della popolazione del Medio Oriente prima della prima guerra mondiale, ora sono solo il 4%. Il patriarca greco-melchita, Youssef Absi, impossibilitato a partecipare all’incontro di Bari ha voluto che a rappresentarlo fosse il suo confratello, l’arcivescovo di Aleppo, mons. Jean-Clement Jeanbart. Il Sir lo ha raggiunto nel suo viaggio verso l’Italia.
“Il Patriarca mi ha chiesto di andare a Bari – dice al telefono con voce emozionata – e per me questo è un dono grande della Provvidenza. Avrò modo di testimoniare la tragedia della guerra che purtroppo ho vissuto in prima linea cercando di aiutare, con le nostre comunità, coloro che erano bisognosi e perseguitati. Abbiamo avuto martiri, tanti morti e feriti, e sono andate distrutte le nostre tradizioni, la nostra cultura. Abbiamo sofferto perché privati di tutto. Adesso abbiamo intrapreso un lento cammino di ricostruzione e di rinascita umana e sociale mettendo in campo progetti abitativi per i cristiani, occupazionali, sanitari. Come vescovi e padri ai quali il Signore ha consegnato un gregge da guidare dobbiamo essere i primi responsabili dei nostri figli, aprendo le porte anche a chi non conosciamo”.
Come hanno accolto i fedeli la notizia della sua presenza a Bari con Papa Francesco?
I fedeli hanno accolto con gioia questa notizia e sperano che dall’incontro di Bari emerga tutta la ricchezza della fede di queste nostre terre, la forza della testimonianza che supera le difficoltà quotidiane. Chiedono di essere sostenuti per continuare a vivere nella loro casa.
Il Medio Oriente ha bisogno dei suoi cristiani, oggi più che mai.
Con quale spirito si accinge a partecipare a questo incontro ecumenico?
Andrò a Bari a testimoniare la sacralità e la bellezza della Chiesa siriana, benvoluta da Dio, e che in millenni di storia ha saputo superare tante difficoltà. Quello che stiamo vivendo in questi anni di guerra rischia adesso di svuotare il Paese dalla presenza cristiana. Questa è una grande preoccupazione per noi pastori, non solo siriani.
La voce dei cristiani in Medio Oriente deve continuare a proclamare il Vangelo, la giustizia, la tolleranza e il rispetto per tutti. Abbiamo l’eredità degli Apostoli da portare avanti. Sono loro i primi che hanno benedetto queste nostre terre.
Quale sarà la sua intenzione di preghiera in questo incontro?
Chiederò al mondo di pregare per la Chiesa delle origini. Le radici di tutte le Chiese del mondo verranno a mancare se saranno estirpate quelle che ci tengono legate a questa Terra Santa, che parte da Betlemme, dal Golgota e dal Sepolcro per raggiungere ogni Paese. I cristiani si sono radunati e manifestati con la Pentecoste.
Pregherò affinché i cristiani siano aiutati a restare nelle loro terre e non a partire.
Servono programmi di aiuto per dare loro la capacità di vivere dove sono nati. Far emigrare i cristiani rischia di privare il Medio Oriente dei loro abitanti originari. Pregherò anche per l’Europa…
Per l’Europa?
In Europa ci sono Governi che tentano di cancellare la memoria cristiana anche rimuovendone i segni come il Crocifisso.
Ma come si può impedire alla Croce di parlare agli uomini?
Se vengono meno le radici, ci troveremo a domandarci chi siamo e da dove veniamo. L’Europa ricordi che le sue radici sono anche a Gerusalemme. Questo è un legame che deve essere coltivato e mantenuto, un’eredità da valorizzare.
C’è una preghiera che i suoi fedeli le hanno affidato per questo incontro?
La loro preghiera, che faccio mia, è che il Signore ci ispiri e ci doni la libertà e la bellezza della giustizia e del diritto, la forza della verità gridata contro ogni ingiustizia che si consuma oggi in Medio Oriente, dalla Palestina alla Siria, dall’Iraq allo Yemen. Anche Aleppo pregherà con Bari per la pace in Medio Oriente e in Siria.