Calcio e fair play

Il bello dello sport in oratorio

Tra le tante immagini di felicità, una novità ha raccolto un ampio consenso: l’ingresso in campo dei giocatori tenuti per mano dai loro genitori. Un’innovazione introdotta nel tentativo di stemperare le tensioni eccessive registrate a volte a bordo campo. L’esperimento, se così si può definirlo, è riuscito

La serata finale del 24° Torneo Oratori, organizzato da “il Ticino” e dalla comunità salesiana di Pavia, è stata una grande festa. Pubblico numeroso, tifo entusiasta, la gioia di condividere un evento importante. Un epilogo in linea con un’edizione da ricordare, per le 24 squadre che hanno partecipato e i numerosi momenti di gioia vissuti in un mese di partite. Tra le tante immagini di felicità regalate dal Torneo, ci permettiamo di sottolineare una novità che ha raccolto un ampio consenso: l’ingresso in campo dei giocatori tenuti per mano dai loro genitori. Un’innovazione introdotta nel tentativo di stemperare le tensioni eccessive registrate a volte a bordo campo. L’esperimento, se così si può definirlo, è riuscito. Il clima che si è vissuto quest’anno è stato generalmente buono: fair play e spirito “oratoriano” hanno quasi sempre prevalso sui comportamenti negativi. Certo, a volte affiorano ancora eccessi di competitività e insofferenza alle regole che stridono con la storia e gli obiettivi della manifestazione: ci auguriamo che in futuro prevalga sempre di più il desiderio di far divertire i bambini dei nostri oratori. Perché il messaggio che ancora una volta parte dal Torneo, è la bellezza di fare sport in oratorio. Ringraziamo i sacerdoti che hanno messo a disposizione i campi delle loro parrocchie. Un grazie che estendiamo anche a chi, come sempre, ci sostiene in questa avventura: la Pgs, la sezione Aia di Pavia degli arbitri, il Panathlon, la famiglia Scolari, il Comune di Pavia e tutti gli sponsor. Il pensiero corre già al 2019, l’anno della 25ª edizione del Torneo Oratori.

(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)