Estate
Personalmente spero di non incrociare nessuno che sulla battigia della spiaggia cammini compulsando con entrambe le mani sullo schermo dello smartphone, come capita di vedere ad ogni ora del giorno per le strade cittadine, nemmeno fossero il giardino di casa propria. Almeno durante le ferie, al bando gli sguardi bassi!
Che bello poter disporre di qualche giorno di ferie per godersi un po’ di riposo! Magari in un posto più ameno rispetto a quello nel quale si vive e si lavora, possibilmente dove faccia un po’ meno caldo, non occorrano giorni e code in auto per arrivarci, non ci siano scioperi degli aerei ma l’unico stop dei voli sia quello delle zanzare e degli insetti in genere. Se poi si è anche serviti e riveriti, ovvero non dobbiamo cucinare, riordinare il letto e la stanza, meglio ancora. Chiedo troppo? Forse sì.
Sta di fatto che anche Gesù disse ai suoi apostoli: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. A dire di quanto sia salutare una sosta che ci consenta di staccare per qualche giorno dai ritmi quotidiani che per troppe persone sono sempre più simili a quelli di un criceto sulla ruota. Ricaricare le batterie del corpo e dello spirito fa bene, anche perché sono convinto che chi non effettua mai una sosta dalla propria attività – non è detto peraltro che lo si debba fare in estate – alla fine lavora male e la propria stanchezza, spesso coniugata con tensione e nervosismo, arriva a ripercuotersi inevitabilmente su quello che fa.
Il mio augurio è che le ferie, poche o tante che siano, possano essere davvero l’occasione per alzare gli occhi verso orizzonti più ampi di quelli del proprio quotidiano, per contemplare la bellezza del creato; per guardare nel volto le nostre persone care ma anche tanti fratelli e sorelle che, presi come siamo dal ritmo vorticoso della nostra routine, magari spesso ignoriamo; per alzare lo sguardo al cielo nell’atteggiamento della preghiera di lode e di ringraziamento, anziché correre il rischio per qualche tempo di mandare in ferie (da un’altra parte) anche Gesù; per renderci conto che non siamo noi al centro del mondo, con i nostri problemi che tendiamo ad assolutizzare; per accorgerci di chi ha bisogno di una mano, di un consiglio, di una buona parola e magari non sa come chiedere; per salutare chi incrociamo su un sentiero montano durante una passeggiata, anche se sono persone sconosciute; per sorridere alla vita che ci è donata.
Personalmente spero di non incrociare nessuno che sulla battigia della spiaggia cammini compulsando con entrambe le mani sullo schermo dello smartphone, come capita di vedere ad ogni ora del giorno per le strade cittadine, nemmeno fossero il giardino di casa propria. Almeno durante le ferie, al bando gli sguardi bassi!
(*) “Verona Fedele” (Verona)