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Eppure… nonostante noi

Settembre è il mese della ripresa. Il tempo delle vacanze è ormai finito per molti. Le giornate si accorciano. Molti si lamentano di queste settimane. Eppure…

Settembre è il mese della ripresa. La città torna ai suoi ritmi abituali, in attesa dell’avvio dell’anno scolastico. Le strade si ripopolano e il centro si rianima. Il tempo delle vacanze è ormai finito per molti. Le giornate si accorciano. L’arcobaleno fa spesso la sua comparsa nel cielo dopo i temporali torrenziali cui ormai ci stiamo abituando, veri e propri violenti acquazzoni in perfetto stile tropicale, segno di un clima che cambia davvero, anche da noi.
Molti si lamentano di queste settimane. Tanti vanno in crisi, hanno nostalgia dell’estate che ormai declina. Faticano nel tornare all’impegno quotidiano. La luce settembrina non aiuta, anche se l’aria decisamente più frizzante riesce a fornire iniezioni di energia in grado di aiutare anche chi in questi giorni rischia di arrancare. Eppure… C’è questo eppure che vorrei approfondire.
Eppure, aggiungo, basterebbe guardarsi attorno. Scoprire, in questo lembo di terra custodito come un giardino, quanti angoli meravigliosi abbiamo. Apprezzare e stupirsi. Guardare e meravigliarsi. Osservare e ringraziare. Scrutare ed essere riconoscenti. È l’esperienza che mi è capitata anche domenica scorsa, a piedi lungo le strade del nostro territorio. Non si può non vedere quanto di unico ci viene donato a piene mani. Non si può non alzare gli occhi al cielo dopo aver ammirato quanto esiste attorno a noi.
E aggiungo stupore a stupore: lunedì scorso si è vissuta una serata stupenda, dopo l’ennesima pioggia in stile diluvio, il firmamento si è presentato luminosissimo. Uno spettacolo tutto da godere. Cielo limpido e sguardo in grado di spaziare da Gabicce a Ravenna, laggiù, lontano, verso il mare. È in questi frangenti che ci sentiamo piccoli, bisognosi di qualcosa di grande, di vero, di bello. È in queste occasioni che si comprende che l’alternarsi delle stagioni non è che un modo per riscoprire la nostra origine, il punto dal quale siamo scaturiti. Il luogo da cui proveniamo e a cui tendiamo. In una parola: il nostro destino.
E allora, torniamo a quell’eppure… Non è questione di ripresa, di fine dell’estate, di amici che se ne vanno, di vacanze da mettere nell’album dei ricordi. La faccenda vera riguarda noi: dove mettiamo il nostro cuore? In chi poniamo fiducia? Su chi costruiamo la nostra vita? Non sono domande a cui si può fornire una risposta data una volta e valida per sempre. Sono i quesiti di ieri, di oggi e di domani. Sono quelli che ti tolgono il sonno e ti inquietano. Ma sono anche quelli che ti fanno andare avanti perché capaci di farti comprendere che c’è qualcuno a cui stiamo a cuore. Qualcuno che ci vuole bene e ci custodisce. Nonostante noi. Nonostante tutto.

(*) direttore “Corriere Cesenate” (Cesena-Sarsina)