Una settimana dopo
Le tre responsabili per i rapporti con la stampa delle Conferenze episcopali di Lituania, Lettonia, Estonia, rileggono le tappe del recente viaggio di Papa Francesco. E, da ogni Paese, concordano: “Siamo solo all’inizio di un processo di riflessione. Le conclusioni arriveranno più avanti. La gente adesso sta chiedendo i testi dei discorsi del Papa per rileggerli e riflettere”
Clima di stupore, entusiasmo, soddisfazione e un po’ di stanchezza a Vilnius, Riga e Tallin dopo la visita del Papa. Chi ha lavorato all’organizzazione in loco cerca di riposare dopo il tour de force che accompagna sempre i grandi eventi. Si fa un po’ di fatica a raggiungere le persone da intervistare per cercare di tracciare un bilancio, raccogliere un’impressione a caldo di quelle giornate del 22-25 settembre in cui Papa Francesco è stato al nord dell’Europa. Tre voci femminili, le tre responsabili per i rapporti con la stampa delle Conferenze episcopali di Lituania, Lettonia, Estonia, si lasciano disturbare, anche se in meritata vacanza e raccontano.
Qui Lituania. “La visita del Santo Padre in Lituania è stata la celebrazione della speranza e della fede” dice Zivile Peluritiene da Vilnius. Il modo più semplice per misurare la visita è dato dai numeri: “Circa 200mila persone hanno partecipato agli incontri con il Santo Padre in Lituania, oltre 5mila gli accrediti per l’evento. E la LRT, il canale televisivo nazionale, ha dichiarato che oltre 1 milione di persone ha guardato la visita in tv”. Un altro elemento positivo è la collaborazione durante la preparazione della visita tra la Chiesa e le istituzioni governative: “Esemplare, perché tutti si sono sentiti coinvolti in un progetto comune per la Lituania. La Chiesa è stata vista come un partner importante per il governo”. Quelle due giornate si possono considerare “come il punto più alto delle celebrazioni del centenario”. Certo è presto per un bilancio definitivo:
“Risultati molto più importanti potranno essere visibili in futuro: quante persone hanno ascoltato le parole del Santo Padre con il cuore aperto, come i giovani risponderanno alla loro vocazione…”.
Positivo anche il lavoro con la stampa: “I media hanno collaborato molto con gli organizzatori per mettere in luce non solo la visita, ma anche la figura del Santo Padre, raccontando della Chiesa e della sua governance, dei suoi insegnamenti e simboli, dando più attenzione ai luoghi di pellegrinaggio in Lituania”. Chi ha seguito i media in Lituania ma anche nei Paesi limitrofi, ha sentito “commenti positivi e un caldo invito a incontrare il Santo Padre”.
Momento forte l’incontro con i giovani nella piazza della cattedrale di Vilnius: “È stato vissuto come una mini celebrazione della giornata mondiale dei giovani: per come è iniziato, con un momento di festa, per la recita della Coroncina della Divina Misericordia davanti all’immagine originale in diverse lingue, segno dell’unità della Chiesa e poi, per il momento più forte, l’arrivo del Santo Padre e il suo discorso incoraggiante”. Zivile mette in luce un altro aspetto, poco mediatico: poter stare vicino alla Nunziatura nelle sere in cui il Papa ha soggiornato “è stata una benedizione per il popolo lituano” e ogni sera “centinaia di persone di varie organizzazioni e movimenti cattolici hanno intonato canti e inni per il Papa”. Una citazione da Facebook esprime bene l’emozione che hanno vissuto le persone: “Siamo fortunati a dormire nella stessa città in cui Papa Francesco sta pernottando”. L’ultima mattina anche persone provenienti da altre città sono venute a salutare il Santo Padre vicino alla Nunziatura. Più di 1000 volontari hanno aiutato il lavoro degli organizzatori: “Nei loro commenti, dopo la visita ci hanno detto di aver ricevuto molto più di quello che hanno dato”. Tra i ricordi più forti e sorprendenti che Zivile ripercorre, il momento in cui, il primo giorno del viaggio, il Papa si è fermato lungo il tragitto tra le “Porte dell’aurora” e la piazza della cattedrale vicino all’ospizio Michał Sopoćko e ha benedetto i malati “che stanno vivendo nel silenzio i loro ultimi giorni. Lì il tempo si è fermato”. Commovente anche quando, all’incontro con i giovani, “è partito spontaneamente un canto di Benedizione per il Santo Padre”. E ci spiega: “Molti gruppi giovanili usano questo canto per pregare per una persona e ringraziare il Signore per lui/lei”. Certo è che
“avremo ancora molto su cui riflettere, rileggendo e ripensando ai discorsi pronunciati dal Santo Padre”.
Qui Lettonia. “Tutta la società penserà alla visita del Papa per un po’ di tempo. Ho la sensazione che siamo solo all’inizio di un processo di riflessione. Le conclusioni arriveranno più avanti. La gente adesso sta chiedendo i testi dei discorsi del Papa per rileggerli e riflettere”. Lo racconta da Riga, che traccia un bilancio senz’altro positivo, come “positivo è anche quello che si sente provenire da quella fetta di società che non appartiene alla Chiesa: sono stati apprezzati i discorsi del Papa e soprattutto le sue parole critiche”. L’appuntamento ad Aglona, dove il Papa ha celebrato la messa nel pomeriggio del 24 settembre “è stato difficile per i pellegrini perché faceva freddo e pioveva e in più la papamobile non ha fatto il tragitto che avrebbe dovuto a motivo della pioggia, quindi tante persone erano tristi per non essere riuscite a vederlo da vicino. Ma non si può comandare al tempo!”. Ingrida sottolinea la stanchezza di Francesco: “Il Papa ci è sembrato molto stanco quel giorno e abbiamo cercato di comprendere, di spiegarci i motivi della sua stanchezza o tristezza, non so: una cosa che io stessa sono venuta a sapere” è che
“la visita al monumento della libertà deve essere stata un’esperienza dolorosa per lui, carica di pensieri”.
Tra le cose messe in evidenza dai commentatori sui giornali lettoni, il discorso alle autorità: ha colpito che “il Papa abbia detto che la vita materiale non è la cosa più importante, e che per il bene del Paese è importante cercare il bene per tutti e anche il suo invito ad aprirsi alle persone che soffrono, che sono alle periferie, non solo in termini geografici”.
“È stato anche rilanciato molto l’invito del Papa a essere Paese ponte tra l’est e l’ovest”.
Qui Estonia. “Tutto è andato benissimo” anche in Estonia, dice Marge-Maria Paas. “Spero l’Estonia sia riuscita a esprimere al Santo Padre le emozioni più belle e profonde di cui è capace”. Senza mezzi termini parla di “grande evento storico”. Un parametro è quello dei commenti sulla stampa: “Molto belli, sinceri e incoraggianti”. E contestualizza il suo stupore:
“È la prima volta nella storia estone che un evento della Chiesa cattolica ha avuto la diretta in tv. Questo grande interesse nei media è incredibile per l’Estonia. Persino nei media in lingua russa in Estonia! Adesso dobbiamo ripensare tutto il nostro modo di essere presenti”.
Gli estoni sono persone “riservate ma gentili e l’atmosfera è stata molto fraterna e profonda. E tutti si stanno meravigliando” di quello che è successo. “Bellissimo” l’incontro ecumenico coi giovani: “Il discorso di Papa Francesco nella chiesa luterana ha dato fiducia e speranza ai giovani”, in particolare i suoi incoraggiamenti “al dialogo tra le generazioni, alla necessità di essere una comunità trasparente e quando ha parlato dell’amore che non è morto, che l’amore vive”. Sincere e belle le parole dette dal vescovo Philippe Jourdan al Papa in quell’occasione: “Dove lei è, Santo Padre, ci siamo tutti noi, siamo uniti a lei”.
I numeri sono stati incredibili per questa piccola comunità cattolica (1.500 giovani presenti nella chiesa luterana e quasi 10 mila persone nella piazza della Libertà di Tallinn), considerando che la comunità cattolica nel Paese è fatta di 6-7 mila credenti.
Il 27 settembre c’è stata una festa tra tutti coloro che hanno collaborato per la visita del Papa, racconta Marge-Maria, e nella messa il vescovo Jourdan ha sottolineato quanto sia stato utile questo viaggio e ha rilanciato tre indicazioni tratte dalla visita del Papa: adesso è necessario “tornare ad apprezzare la bellezza del nostro essere liberi; tornare a cercare i valori spirituali e capire che cosa è santità oggi”.