Diario dal Sinodo/5
Oggi è una giornata particolarissima: stasera Papa Francesco incontra i giovani in aula Paolo VI. So di non essere sola perché oramai ho fatto amicizia con diversi ragazzi che sono coinvolti con me in quest’avventura speciale. C’è però qualcosa che mi rallegra in questo momento: sapere che ci saranno tanti altri ragazzi della mia Comunità Nuovi Orizzonti che mi raggiungeranno. Avrò poi la gioia di ascoltare in un contesto diverso la testimonianza di alcuni di quelli che fanno parte di questa mia nuova famiglia: Valentina, Dario e Claudio. Oggi vi vorrei condividere la chiacchierata fatta con Valentina; in un secondo momento vi racconterò ciò che mi ha colpito degli altri due miei amici in cammino
Oggi è una giornata particolarissima: stasera Papa Francesco incontra i giovani in aula Paolo VI. So di non essere sola perché oramai ho fatto amicizia con diversi ragazzi che sono coinvolti con me in quest’avventura speciale. C’è però qualcosa che mi rallegra in questo momento: sapere che ci saranno tanti altri ragazzi della mia Comunità Nuovi Orizzonti che mi raggiungeranno. Avrò poi la gioia di ascoltare in un contesto diverso la testimonianza di alcuni di quelli che fanno parte di questa mia nuova famiglia: Valentina, Dario e Claudio. Oggi vi vorrei condividere la chiacchierata fatta con Valentina; in un secondo momento vi racconterò ciò che mi ha colpito degli altri due miei amici in cammino.
Non perdo tempo e appena mi è possibile cerco di incontrarla. Condivido subito con lei un discorso di Papa Francesco che cade a pennello con il tema di stasera. Il Santo Padre dice:
“Troppo spesso si parla di giovani senza lasciarci interpellare da loro. […] Esistono i giovani, storie, volti, sguardi, illusioni. Esistono i giovani. Parlare della gioventù è facile. Si fanno delle astrazioni, percentuali… No. La tua faccia, il tuo cuore, cosa dice? Interloquire, sentire i giovani. A volte i giovani non sono il premio Nobel per la prudenza. No. A volte parlano ‘con lo schiaffo’. La vita è così, ma bisogna ascoltarli!”.
Valentina, sei pronta per questo momento?
“Ho tanta ansia, ma anche tanta gratitudine verso la vita! Vorrei testimoniare con la mia vita vissuta che la Resurrezione non è qualcosa di 2000 anni fa ma è attuale: è possibile passare dalla morte alla vita!”.
Cosa ti sentiresti di condividere come segreto per un cammino di rinascita?
“La forza per me è stata la comunità, perché da un lato avevo persone accanto a me avanti nel cammino h24, che mi hanno indicato il bene e la strada per raggiungerlo quando non riuscivo a vederli; dall’altro avevo sorelle e fratelli alla pari che mi hanno rimandato i lati spigolosi del mio carattere che negli anni mi hanno portato a fare scelte sbagliate!”.
Mi viene da pensare allora che le storie di tanti giovani parlano molto alla vita dei propri coetanei. Veri racconti di esperienze quotidiane possono nascondere tanta sofferenza, ma anche incontri che cambiano il proprio orizzonte.
Il vuoto e la solitudine
tante volte ci accumuna; potrei dire che sia la cosa che tanti di noi hanno portato nel segreto o stanno ancora portando. Questo lo so perché di giovani ne incontro ogni giorno: siamo incapaci di dare un nome a questo vuoto e a questa solitudine e soprattutto di stare nella sofferenza. E così cadiamo in scelte sbagliate. Testimonianze come quelle che faranno tanti ragazzi stasera sono importanti per farci capire che non siamo mai realmente soli.
Ho ancora una domanda da fare a Valentina.
Non senti il disagio di parlare stasera ad una Chiesa che per tanti anni ha avuto un volto prevalentemente maschile?
“No! Mi sento capace di accoglienza, tenerezza, maternità. Questo è il messaggio che vorrei lasciare con la mia testimonianza, Federica. Sento tutta la bellezza e la freschezza delle figure femminili perché, come nella Sacra Famiglia, senza una donna accogliente, tenera, materna non sarebbe venuto al mondo Gesù. La presenza della donna permette di far nascere Gesù costantemente e lo rende presente oggi. Così è stato anche nella mia vita: sono rinata nel momento in cui ho trovato tanti padri e madri, e Gesù si è reso presente grazie a quest’unione”.
Che bello! Tutto questo mi porta a gridare a gran voce che siamo chiamati a portare Gesù al mondo e specialmente ai giovani. Ed io, come giovane ragazza, sento che la testimonianza di altre donne, come nel caso di Valentina, mi riaccende il desiderio di maternità, qualsiasi forma prenda.
Come donna vorrei anch’io dare la vita e trasformarla.
Sotto la croce chi rimane sono principalmente le donne! Mamme o non mamme abbiamo una maternità innata capace di generare ogni giorno Dio nel cuore di tanti ragazzi e ragazze! Non vedo l’ora sia stasera!