Diario dal Sinodo/11
Grazie, Chiesa, per essere presente anche oggi con la tua voce. Tu ci stai gridando: giovani, potete e dovete essere santi; è possibile! Siamo chiamati ad essere felici; questa è la santità! Il segreto? Doniamoci agli altri senza riserve, smettiamo di acquistare un dio anestetico e lasciamoci incontrare dal Dio Amore che sazia ogni fame e sete di felicità! Infine, camminiamo assieme, giovani e vecchi, perché ogni cammino ha una partenza e una mèta!
È arrivato l’ultimo giorno della settimana in cui ringrazio veramente Dio per aver permesso di vedere con i miei occhi l’impegno e l’amore che la Chiesa universale mette perché nessuno dei suoi vada perduto e sperimenti così già un pezzetto di Cielo qui sulla terra.
Tante cose mi frullano per la testa: il mio rientro quest’oggi a Cittadella Cielo, la giornata di spiritualità che si terrà domenica insieme a Chiara Amirante e a tutta la famiglia Nuovi Orizzonti… Domani, però, è un giorno molto importante per il Sinodo. Nel bel mezzo dei lavori sinodali Papa Francesco ha ben pensato di ridarci il fine della nostra vita: la santità!
Ci saranno diverse persone eroiche ad essere canonizzate proprio domani, primo giorno della settimana per noi cristiani.
Questo è un messaggio molto forte anche per noi giovani: siate santi!
Papa Paolo VI, Oscar Arnulfo Romero, Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper, Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù, Nunzio Sulprizio. Quanti volti possono parlare tra pochi minuti a coloro che cercano un senso alla propria vita?
“Vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, ad intendere l’appello dei vostri fratelli, e a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio”.
Queste sono le parole di Papa Paolo VI, uno dei futuri santi, rivolte ai giovani alla fine del Concilio. Io le ho trovate come un testamento bello e attuale. Tutto ciò mi fa prendere consapevolezza che la Chiesa non si occupa di noi solo da qualche giorno, ma da anni cerca di accompagnarci in questo cammino di felicità. Mi dà coraggio e mi fa dire che non siamo un problema da risolvere, ma una risorsa da guidare perché dia il cento per uno…
È vero però che la santità al giorno d’oggi è qualcosa di estremamente lontano e fuori contesto perché è un argomento che non sembra avere niente a che fare con il nostro tram tram quotidiano. C’è, pertanto, qualcosa che sento a partire dagli esempi di questi santi e beati che ci vengono dati: la santità non ha niente di incredibile, di eccezionale, di miracolistico… le persone che sono riconosciute sante appaiono tuttavia felici, parecchio felici; anzi, molto felici!
Ma cos’è la santità? È possibile per un giovane di oggi?
Ricordo con forza le parole di Chiara Amirante, testimone vicina al mio quotidiano, così come quelle di Papa Francesco nella sua ultima esortazione apostolica Gaudete et Exultate.
“I santi – dice Chiara Amirante – diventano degli esempi e una proposta in questo cammino verso la felicità: sono persone prima di tutto realizzate. […] La via perché diventiamo persone realizzate è imparare quell’amore che Gesù è venuto ad insegnarci; viverlo come l’hanno vissuto loro fino a quella pienezza. […]E vivere la Parola di Dio affinché il Verbo possa dimorare in mezzo a noi”.
Sembra così facile, ma in realtà noi tutti incontriamo non pochi ostacoli.
Nel discorso di Paolo VI ho potuto trovare qualche ostacolo che ci impedisce di essere felici. Da bravo pastore ha avuto uno sguardo profetico sulla nostra generazione e ci ha messo in guardia da quei mali che oggi inquinano la via della felicità a tanti di noi:
“Lottate contro ogni egoismo. […] Siate: generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!”.
Il primo male è l’egoismo: siamo bombardati dall’egocentrismo; prima il mio benessere e poi, se avanza qualcosa, quello di chi mi sta accanto. Ma la piena realizzazione di sé viene con il donare se stesso nel qui ed ora. Lo dimostra il fatto che con tanti miei coetanei scegliamo la via del volontariato perché lì troviamo quella pienezza che inseguivamo da tempo e non avevamo mai trovato fino ad allora.
“Di fronte all’ateismo, fenomeno di stanchezza e di vecchiaia – annota Paolo VI -, voi saprete affermare la vostra fede nella vita e in quanto dà un senso alla vita: la certezza della esistenza di un Dio giusto e buono”.
Un altro male è l’ateismo. Come facciamo ad arrivare ai ragazzi lontani, ma soprattutto, cos’è che manca a loro? In Comunità lo vedo spesso: puoi cercare di riempire il desiderio di qualcosa o meglio di qualcuno in tutti i modi, ma alla fine ti troverai sempre insoddisfatto, perché siamo fatti e creati per un amore grande! Tanti di noi purtroppo lo hanno cercato nelle cose piccole che passano. Il realtà poi, quando incontri Dio, senti che hai trovato il senso. È per questo motivo che cambi ogni prospettiva: nelle prove e nelle difficoltà tu trovi il senso, un senso in Dio; questo non te lo porta via nessuno.
“Siete voi – aggiunge Paolo VI – che, raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa”.
L’ultimo pericolo che mi ha colpita è crederci figli del caso. Papa Francesco ci ha parlato spesso dell’importanza del dialogo con i vecchi, con gli anziani, per ritrovare le proprie radici, per insegnarci che se non conosciamo le nostre origini non riusciamo a tracciare un nuovo orizzonte alla nostra vita; restiamo pertanto in balìa dell’immediato…
Che dire dunque? Grazie, Chiesa, per essere presente anche oggi con la tua voce. Tu ci stai gridando: giovani, potete e dovete essere santi; è possibile! Siamo chiamati ad essere felici; questa è la santità! Il segreto? Doniamoci agli altri senza riserve, smettiamo di acquistare un dio anestetico e lasciamoci incontrare dal Dio Amore che sazia ogni fame e sete di felicità! Infine, camminiamo assieme, giovani e vecchi, perché ogni cammino ha una partenza e una mèta!