Testimoni
Un intervento pacato e asciutto, quello del card. Gualtiero Bassetti a Pieve di Soligo, ma acuto e capace di leggere in profondità – insieme alla figura del Toniolo – le sfide e i problemi della nostra società. Solo un ascoltatore superficiale e disattento poteva non accorgersene
“Oggi non siamo chiamati a riprodurre formule vecchie e stantie, ma siamo chiamati, tutti, a pensare forme nuove e innovative”. Con questo accorato invito al cambiamento, nel contesto della commemorazione del Beato Toniolo a Pieve di Soligo, sabato 6 ottobre il card. Gualtiero Bassetti – presidente della Conferenza episcopale italiana – si è rivolto ai numerosi presenti, esprimendo il desiderio di un rinnovato impegno sociale da parte dei cristiani. Nella sua relazione, si è soffermato su tre aspetti della figura del Toniolo, che ne rivelano l’attualità: “Tre spunti – ha detto Bassetti – per comprendere il mondo di oggi e per viverlo compiutamente”.
Innanzitutto, il Toniolo è “un modello esemplare per il laicato”, perché “sfata una visione che oggi sembra essere egemone nella vita quotidiana: l’idea, cioè, che per fare carriera devi rinunciare a tutto”. Oggi infatti conviviamo “con una falsa concezione del lavoro”, che rischia di diventare totalizzante oppure precarizzante: in entrambe le soluzioni ci si trova a vivere “un’esistenza spersonalizzata e disumanizzata”, perché al di fuori del lavoro sembra non esserci nulla e non rimane spazio per la famiglia e per le relazioni interpersonali. L’esatto contrario di quanto la Chiesa va promuovendo ormai da decenni nel nome del rispetto della dignità della persona! Il beato pievigino, da laico impegnato, con la sua testimonianza di vita ha dimostrato che si può essere “un cristiano integrale senza essere un integralista”. La sobrietà e la competenza, che lo hanno contraddistinto, diventano per noi oggi antidoto contro alcune forme di demagogia e “rappresentano una forma di resistenza civile e culturale ad una forma di imbarbarimento della società contemporanea”, caratterizzata dal tanto gridare e dal poco riflettere.
Un secondo aspetto che dice l’attualità del Toniolo è la cura per l’Italia e l’attenzione per la dimensione internazionale. Secondo Bassetti, la crisi economica, che è iniziata nel 2008 ed ha scosso il mondo, ha prodotto non solo effetti di carattere economico ma anche effetti morali. Non si sono solo abbassati gli indici di ricchezza, ma si è diffuso un senso di infelicità che si è ben presto tramutata in rabbia: “Rabbia – ha commentato il cardinale – verso tutti coloro che realmente, o anche solo potenzialmente, vengono visti come i possibili responsabili di questa crisi. Se poi questa rabbia viene alimentata soffiando sul fuoco delle inimicizie, delle divisioni sociali e delle paure collettive ecco allora che ci troviamo di fronte ad una situazione sociale incandescente e pericolosa… Da qui nascono i populismi”. Per Bassetti, Toniolo esorta a costruire una prospettiva diversa, cioè la cultura dell’incontro, “che vuole promuovere una nuova Italia prospera e inclusiva all’interno di un’Europa dei popoli solidale e pacificata”.
Infine, il terzo aspetto dell’attualità tonioliana riguarda l’impegno sociale dei cattolici italiani, chiamati a dare sviluppo ad una “politica a misura d’uomo: una politica per l’uomo e con l’uomo; per il suo sviluppo integrale e non per il suo sfruttamento”. “Da queste considerazioni – ha chiosato Bassetti – discende tutto il resto: ovvero la cura per i più deboli e per i più poveri; la valorizzazione di un’economia per le famiglie e con le famiglie; e infine la realizzazione di un ordine internazionale legato ai valori della pace e del disarmo”. Una delle grandi sfide del futuro – ha concluso il presidente Cei – è “saper coniugare le ragioni della solidarietà, con quelle dello sviluppo e delle identità dei popoli. Tenendo sempre bene a mente che… l’unico obiettivo rimane sempre la promozione e la difesa della dignità della persona umana che, per nessun motivo, può essere mai calpestata”.
Un intervento pacato e asciutto, quello del card. Bassetti, ma acuto e capace di leggere in profondità – insieme alla figura del Toniolo – le sfide e i problemi della nostra società. Solo un ascoltatore superficiale e disattento poteva non accorgersene.
(*) direttore “L’Azione” (Vittorio Veneto)