Diario dal Sinodo/16
Ho imparato che, se vogliamo parlare di amore vero, dobbiamo accettare che l’amore abbia delle tappe, cosa che oggi non siamo più abituati ad accogliere. Siamo infatti nella società del tutto e subito. Stavo guardando un film l’altro giorno che, per quanto comico, faceva passare proprio questa idea: appena due persone si conoscono, è normale che finiscano a letto insieme. Ma non è normale!!!
La giornata comincia con la meditazione del Vangelo quotidiano. Che boccata di ossigeno sentirsi parlare da Dio, che gioia sapere che il Creatore dell’universo non aspetta altro che rivolgersi a ciascuno in modo personale.
“Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!”
Questa è la Parola che più mi ha colpito proprio perché parla molto a noi tutti in tempi così confusi: voi valete! Sinceramente ho pensato subito al valore che siamo, noi giovani, in tutte le nostre sfumature: cuore, emozioni, pensiero e corpo. Uno dei drammi, infatti, che mi colpisce molto è la piaga che sta mietendo molte vittime: la sesso-dipendenza. La sessualità è diventata, per la maggior parte delle volte, merce di scambio per una dose di piacere piuttosto che il frutto di una relazione stabile.
Papa Francesco, in un suo discorso a dei giovani francesi, ha denunciato questo fenomeno senza giri di parole:
“Dimmi: ma tu hai visto una industria della bugia, per esempio? No. Ma un’industria della sessualità staccata dall’amore, l’hai vista? Sì! Tanti soldi si guadagnano con l’industria della pornografia, per esempio. È una degenerazione rispetto al livello dove Dio l’ha posta. E con questo commercio si fanno tanti soldi”.
Tanti giovani, infatti, cercano l’amore in vie sbagliate. Lo strumento che poi Dio ci ha donato per esprimere e ricevere amore, ovvero il nostro corpo, viene “cosificato”, tagliato fuori da ogni legame affettivo perché forse non ci hanno educato all’amore vero in tutte le sue dimensioni; o forse perché, in una cultura dell’immediato, il corpo inteso come oggetto è il mezzo più efficace per trarre piacere subito…
“È interessante – continua Francesco – come la sessualità sia il punto più bello della creazione, nel senso che l’uomo e la donna sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio, e la sessualità è la più attaccata dalla mondanità, dallo spirito del male”.
Ne abbiamo parlato molto al Sinodo e, tra i diversi temi, è emerso anche quello della sessualità. Il salto vero per me è stato quando ho capito che il sigillo di una relazione vera e arricchente è quando accogli una persona nella sua interezza. Tutto questo richiede un percorso, ma prima ancora un’educazione. C’è una parola che durante il mio percorso è uscita come condizione per una relazione sana: castità. Appena sentita, ho pensato a qualcosa di medievale, arcaico, estemporaneo. Con il tempo però ho capito, e soprattutto visto, che è il modo più bello per dire all’altra persona e a se stessi: ti amo! È accettare di aspettare, cioè di non prendere soltanto una parte dell’altra persona, perché mi interessa conoscerla davvero nella sua totalità!
Ho imparato che, se vogliamo parlare di amore vero, dobbiamo accettare che l’amore abbia delle tappe, cosa che oggi non siamo più abituati ad accogliere. Siamo infatti nella società del tutto e subito. Stavo guardando un film l’altro giorno che, per quanto comico, faceva passare proprio questa idea: appena due persone si conoscono, è normale che finiscano a letto insieme. Ma non è normale!!!
Mi sono chiesta: ma cosa c’è dietro a tutto questo? C’è forse un desiderio di immediatezza, di ricerca di una dose forte di piacere. Svendendo l’intimità fisica però, tu consegni all’altro non solo la parte appunto fisica, ma soprattutto quella spiritualmente più intima: il tuo cuore! Una dose di piacere può colpire una parte più profonda del giovane.
Oggigiorno poi non si parla più degli effetti che tutto questo consumismo sessuale genera nei giovani. Ci si vanta di conquiste, di relazioni “usa e getta” e i ragazzi e le ragazze diventano dei trofei da esibire… ; non si parla delle conseguenze che uno sperimenta dopo un uso scorretto della sessualità. Stando in ascolto di molti ragazzi e ragazze, questa modalità, delle volte tende, a coprire molte cose del rapporto con se stessi e con l’altra persona: è la scusa buona per non fare pace, o meglio, per fare pace in quel modo, ma poi non risolvi niente; è la scusa per non dialogare, non parlarsi…
Un’altra cosa bellissima che ho visto della sessualità vissuta in pienezza è quella di farti riassaporare delle cose a cui oggi non diamo molto peso: la carezza, un bacio, tenersi per mano. Diventa tutto più amplificato. Riscopri veramente il sapore ridando i giusti tempi.
Ci sarebbe dunque da fare una rivoluzione che metta i giovani in crisi. Innanzitutto chiedersi: ma quanto mi amo? Ad un certo punto si tratta di pretendere di avere l’amore vero. Se poi uno si vuole accontentare, bene, ma secondo me una donna deve pretendere di essere amata. Per noi donne questo è un tema massacrante: sul momento credi di essere amata in questo modo sbagliato, ma in seguito ti senti lacerare veramente dentro.
Desidero, dunque, gridare che è possibile volersi bene fino in fondo. Se dovessi trovare un nome meno in disuso di quello di castità, direi “custodia”. Custodia che protegge qualcosa che ha un prezzo considerevole – il sangue di Cristo -; custodia perché deve finire in mani sicure; custodia perché mantenga per quanto possibile la freschezza iniziale! Voglio essere custode? Custodiamoci a vicenda per sentire che valiamo davvero!